giovedì 22 settembre 2011

Grazie nonna Cuba


Ecco qua ... lo sapevo, ho fatto passare troppo, ma troppo tempo da quando questo argomento era realmente caldo, le impressioni ancora a fuoco sulla pelle e la pelle stessa di un colore piu' bronzeo.
Ecco qua ... sono passati 20 giorni dal nostro ritorno e mi sforzo di ripescare nella mia memoria emozioni e impressioni sul nostro primo vero viaggio col niño!
Ecco qua ... sono la solita, dovevo farlo prima, ma prima non l'ho fatto perché avevo da fare ... perché in 20 giorni ne sono successe tante, ma di questo parleremo la prossima volta ...
Oggi si parla di questo viaggio, perché si noi 3 siamo partiti ad inizio agosto zaino in spalla da casa nostra con destinazione Cuba.
Alla partenza Chiccodigrano aveva un anno, io e lamiadolcemetàtuttadunpezzo ne dimostravamo 20 in più rispetto ai nostri 30 e tot perché veramente sfiniti da un luglio senza babysitter infortunata e lavoro intenso, al ritorno chicco aveva 13 mesi e noi eravamo rientrati nel nostro corpo di 30etotenni.
Alla partenza Chiccodigrano mangiava quasi tutto, beveva latte di mucca e non camminava né sembrava interessato alle passeggiate, al ritorno Chiccodigrano mangiava ancora quasi tutto (tranne il mango che gli era andato a noia e ci credo ... lo abbiamo nutrito di chili di mango in una giornata sulla spiaggia), beveva molto più latte che alla partenza e dimostrava un qualche interesse verso i primi passi.
Alla partenza ci guardavano tutti un po' con sospetto e sgomento, al ritorno la nostra faccia gioiosa e le foto di chiccodigrano felice come mai dall'altra parte del mondo ci hanno trasformato in "coraggiosi".
Lamiadolcemetàtuttadunpezzo ed io abbiamo viaggiato insieme in passato verso mete quali il Perù, la Bolivia e l'India da soli, armati di zaini e guide Routard (ok in india abbiamo usato la lonely ma non ci è piaciuta molto ... sarà questione di abitudine).
Una volta incinta abbiamo da subito espresso il desiderio di ripartire appena possibile per una meta lontana per far respirare il nostro spirito, perché francesi e tedeschi lo fanno e perché noi no? blablabla ma poi ovviamente un po' di timore da neogenitore ti prende ... lamiadolcemetàtuttadunpezzo è stata molto più forte di me nel coltivare e costruire questo viaggio in un anno per me un po' troppo movimentato per seguirlo come avrei e avrebbe voluto e alla fine grazie a lui è da novembre che sapevamo che a inizio agosto saremmo partiti con il nostro chicco per la volta di Cuba.
Abbiamo scelto questa meta, perché fra le tante che avremmo voluto visitare ci è sembrata la più "semplice" vista soprattutto la rinomata gentilezza dei cubani verso i bambini e l'affidabilità del suo sistema sanitario caso mai (corna facendo) ce ne fosse stato bisogno.
Quindi, siamo partiti noi 3, un trolley medio, uno zaino da 50 lt, un passeggino carico di 10 kg di bimbo, una borsa della macchina fotografica per lui ed una borsetta per me (rotta al primo scalo a madrid ma miracolosamente recuperata grazie ai mille moschettoni che porta lamiadolcemetàtuttadunpezzo con noi in viaggio).
E' da sottolineare che il trolley medio (che poi sarebbe passato come bagaglio a mano, quindi forse andrebbe definito piccolo) era pressato di 5 pacchi di pannolini, che non sapevamo se avremmo trovato a destinazione. Lo dico subito per gli interessati a destinazione (almeno nelle città) i pannolini c'erano, ma di qualità diversa dai nostri ... per la scarsa delicatezza del culetto del nostro chiccodigrano sono andati bene come complemento verso la fine, ma abbiamo fatto bene a partire carichi dei nostri.
Insomma siamo partiti ed io qui a 20 giorni dal nostro ritorno non riesco a toccare veramente con mano il ricordo di questo viaggio.
Abbiamo un bimbo speciale, ha un buon carattere, perde il sonno e l'appetito difficilmente e si adatta alle situazioni più disparate ... quindi credo di poter dire che ha amato questo viaggio quanto noi.
I voli sono passati velocemente perché corrispondevano alla notte di chicco e lui ha dormito praticamente per tutto il tempo ... ovvio normali un po' di capriccetti di adattamento, ma superati grazie alla coppia d'assalto mamma-papà e all'aiuto di un mini-ventilatore regalato dallo zio prima della partenza. All'andata ce l'hanno fatto mettere in una culletta per bimbi più piccoli, giusta giusta per lui, ma comodissima per noi perché così chicco non ha dovuto dormire su di noi. Al ritorno siamo stati meno fortunati, 4 ragazzi a cui ho augurato una cacarella per tutto il viaggio non hanno voluto separarsi per far sedere noi nei posti dedicati alle cullette, ma è passato anche quel volo.
I cubani hanno adorato chiccodigrano che biondo e con gli occhi blu faceva stragi ad ogni angolo di strada (scusate mi fruscio un po', ma è andata davvero così) ci fermavano, lo salutavano e lui vanitoso come è si prendeva tutti i complimenti e rispondeva ad ogni saluto con entusiasmo (anche eccessivo ;) ). In aggiunta le signore Cubane erano ogni volta lusingate, infatti chicco ha l'abitudine di dire a ripetizione dinda (che indica indistintamente le cose che si accendono e si spengono, le cose che suonano e le cose che dondolano) e loro scambiavano questo dinda per un linda (bella) ed erano spiazzate da un complimento così ingenuo e spontaneo ...
Chiccodigrano ha adorato Cuba e i Cubani per i ventilatori che affollavano ogni stanza (il coro gira gira partiva ad ogni ingresso in un posto nuovo), per la musica che hanno suonato per lui, per le pappe molto buone, per la frutta altrettanto buona (a parte il su citato mango con cui ok abbiamo esagerato), per le spiagge di sabbia finissima capace di nascondersi fin nel più remoto degli angoli del suo corpo, per l'acqua calda calda che gli consentiva bagnetti lunghissimi, per i colori, per i rumori, per i loro continui saluti e sorrisi, per i tanti animaletti (tutti battezzati ba-ba) che affollavano le loro strade (cagnolini e cavalli, ma anche galli, porcellini e pecorelle nelle città più rurali come Viñales). Confesso che dopo aver trovato uno scarafaggio morto in casa scattavo ad ogni ba-ba di chiccodigrano perché pensavo potesse aver visto un animaletto simile in casa ... in generale no aveva solo sentito un cagnolino abbaiare da fuori.
Insomma Cuba è stata molto bella per lui e quindi per noi ha assunto un carattere diverso in quanto abbiamo potuto amarla non solo con i nostri occhi ma anche con i suoi.
Io ho amato le signore che nelle case particular ci hanno offerto la leche del niño (il latte per chicco) anche alle 5e30 di mattino quando sballati dal fuso, ho amato chi mi ha preparato la pappa per chiccodigrano con la stessa cura con cui l'avrebbe preparata per suo figlio, ho amato anche chi si è offerto troppo intensamente di tenerselo un po' per farmi mangiare decentemente, ho amato chi ha suonato per lui una canzoncina speciale, ho amato chi gli ha offerto biscotti con una crema mui rica, ho amato anche chi mi ha ricordato (come succede solo a napoli) per strada di mettergli il cappellino o la protezione solare, ho amato gli amici incontrati nel viaggio per cui lui ha fatto il suo show e che ci alleggerivano col giro di tavolo di chicco, ho amato la famiglia americana dagli occhi belli incontrata più volte nei bus che ci ha salutato alla fine definendo chicco un bambino molto speciale, per quanto è stato bravo durante i trasferimenti, ho amato le sedie a dondolo presenti ovunque in cui l'ho addormentato, ho amato i letti in cui abbiamo dormito tutti e tre insieme ed anche i rari lettini che ci hanno consentito di essere solo in due, ho amato il sole che ci ha abbronzato ed anche quel poco di pioggia che ci ha rinfrescato, ho amato il pescado il pollo e la malanga, ho amato la bibita alla naranja molto più saporita di quella di casa nostra, ho amato la salsa che mi muoveva il sedere alla casa della musica di Trinidad mentre lo addormentavo cullandolo seguendo il ritmo, ho amato il senso di protezione sentito da tutti noi quando lamiadolcemetàtuttadunpezzo ha avuto la febbre alta, ho amato il campesino che ci ha raccontato della sua famiglia e di suo figlio di 20 anni mentre lui aveva solo qualche anno più di noi, ho amato la voglia di libertà dei cubani così come il loro riconoscere di essere fortunati ad avere garantiti istruzione, assistenza sanitaria, una casa e la sussistenza. Non so quanto ho capito di Cuba, mi sembra di essere tornata da un paese in realtà così vicino ma così lontano.
Cuba ci ha accolto in un abbraccio come una nonna vestita di vecchi abiti color pastello anni '50, abiti intonsi e trucco ben messo anche se su una pelle un po' cadente, ma sempre pulita e profumata. Grazie nonna ci siamo sentiti a casa.