Una casalinga che si rispetti non affronterebbe questi interrogativi e non trascinerebbe il suo simil-marito per questi sperpetui, ma ormai è chiaro non sono e forse non sarò mai una casalinga che si rispetti ... sono un mostro!
La domanda che mi sto ponendo è questa ... vale la pena, in un paese come il nostro, di sbattersi per aumentare la propria cultura e professionalità nella speranza di trovare una collocazione lavorativa (seppur precaria non sia mai eh!) ?
Sarebbe invece meglio gettare la spugna, coltivare il proprio orticello e ritagliarsi i propri piccoli spazii di manovra, sperando che qualcosa accada?
Personalmente comincio a pensare che le cose non "accadono" o le si fanno accadere o nisba. Io sono un po' stanca, mi rendo conto che ora a 32 anni quella che è comunque e resta una proposta entusiasmante , una rimessa in gioco che mi è stata offerta (andare un mese in USA a misurarmi in un nuovo campo di ricerca) mi pesa un po'. Ossia non penso WOW che figata vado un mese ngli Stati Uniti, penso CACCHIO ... devo fare una valigiona, entrare in un mondo sociale diverso, un paese diverso, misurarmi con la lingua, misurarmi con un campo di ricerca che non conosco, il freddo, le conversazioni con la miadolcemetàtuttadunpezzo su skype ad orarii improponibili per entrambi, la solitudine di un paese straniero ... Insomma sono un po' negativa. Oddio non che io sia la regina della positività di primo acchito, diciamo che il primo pensiero mi finisce sempre su cosa non va o non dovrebbe andare. Comunque rifletto e mi domando "quanto mi ha reso ancor più negativa in un anno questo paese che non premia chi si sbatte e in cui sembra che ogni fatica non venga ricompensata?"
Forse molto e forse proprio per questo mi sa che io all'America ci vado e mi faccio pure un cuore così mentre sto là e ... chissà che ne viene fuori, ma io mi sarò misurata nuovamente, mi sarò messa in gioco ed in discussione, mi sarò mossa ... invece di aspettare che le cose "accadano".
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