del tempo senza impegni, servizi, mete, cose da fare, da dire, doveri o anche diritti ... insomma del tempo regalato, trovato e da cui ci si fa rapire per fermarsi, muoversi, ripartire e soprattutto per lasciarsi andare, senza freni, paure, altri pensieri ... senza altrove ... il mio nemico più grande è l'altrove.
Mercoledì mi è stato regalato un giorno di ferie, al mattino ho eseguito un po' di doveri: un po' di ordine a casa, i primi regali di Natale, incontri familiari, un po' di spesa ma il pomeriggio ho regalato a me e mio figlio 3 ore di libertà.
Libera, liberi di fare quello che ci andava senza mete, senza impegni, senza doveri; liberi di decidere di saltare il riposino e fare una passeggiata alle 13:30, liberi di esplorare, liberi di prendere un treno senza sapere dove saremmo scesi e poi "scendiamo a una fermata che non conosciamo?" e si scendiamo qui, camminiamo, attraversiamo, "ti prendo in braccio che qui la strada è pericolosa", "mamma stretto stretto", entriamo in questo parco che ci sono le giostrine "Si signora il parco è aperto ma i bambini non ci sono perché fa freddo" ma a noi il freddo ci fa un baffo, mettiamo le manine nel giubbino e possiamo abbracciarci ad un'altalena e io posso far finta di andare in altalena sulla panchina "Più forte, più forte". Posso lasciare la borsa nella casetta senza paura che la prenda qualcuno, posso correre per acchiapparti, posso infilarmi in un tubo di legno, anche se ho la gonna e mi si vedranno le mutandine perché tanto gli unici pazzi al parco con questo freddo siamo noi "Le giostrine sono tutte nostre". "torniamo a casa che fa' freddo?""No mamma torniamo domani sera" ... e il lecca-lecca con cui ti sbrodoli tutto il piumino ma tanto "non fa niente" e davvero niente fa ... "andiamo a vedere i Camion dei pompieri" "non ce la faccio a salire, ma ecco ce la faccio" riprendiamo il treno "uh l'abbiamo perso" ma tanto facciamo un viaggio a vuoto a scendere così vediamo tutte le fermate ... e impariamo il nome di quel treno e quel nome sarà il nostro segreto ... usciamo dal treno e facciamo amicizia con una bambina, la segui, ti metti a correre e subito lei ad inseguirti e dici "mamma portiamo la bimba a casa?" ma lei ha da fare e poi ...
poi siamo quasi arrivati e tu mi dici "Mamma non andiamo a casa"
... e io ti guardo e dico "hai ragione non andiamo ..."
"... andiamo a prendere un po' di caldo in un bar, ti faccio assaggiare la cioccolata calda"
"no calda no la cioccolata fredda"
"facciamo tiepida? Signore ci porta un caffè ed una cioccolata tiepida?"
e poi ti sbrodoli, una maglia quasi da buttare ma anche questo "non fa niente" e niente fa ... hai due anni ... poi le lacrime per il lecca-lecca rotto e mi regalo anche il lusso di ricomprartene un altro anche se forse dovrei insegnarti che quando si rompe una cosa non sempre si può riaggiustare, ma no tu sei stanco e io oggi voglio regalarmi la libertà anche di sbagliare un po' e portare a casa il mio pomeriggio perfetto perché sono questi i giorni che rendono speciale la nostra vita e ci fanno andare avanti quando invece è tutto grigio come oggi.
Sono certi sorrisi a rendere un luogo speciale questo pianeta ... e sapere poi che quei sorrisi li hai tutti dentro e si risvegliano nei tuoi occhi anche dopo ... quando il giorno dopo mi chiedi all'improvviso "mamma come si chiamava il treno?" e io a non capire ... io a prepararmi per andare a lavoro, io nel solito altrove ... e tu "come si chiamava il treno di ieri?" e quando io poi ti rispondo, svelando il nostro segreto tu ridi con tutto te stesso "eccolo il nome! eccolo! L'avevo dimenticato" e il tuo sorriso mi salta nella pancia, la riempie di te e poi tu riesci da lì come hai fatto due anni e mezzo fa e come allora mi lasci un vuoto enorme ... ma mai così pieno, mai così pieno ...
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