Sto vivendo una serie di piccole e grandi vicissitudini che mi stanno
colpendo molto da vicino e di cui non parlerò qui, quindi rassegnatevi a
un'immagine di foschia densa, densissima, che mi avvolge ... descrive
bene la scena.
Mi sembra che questo 2016 abbia sparato tutti i suoi colpi di scena negativi nei primi mesi della sua esistenza.
La mia casa, il mio porto sicuro, i loro sorrisi mi guidano la strada.
A
volte porto a casa un vaso colmo e basta una goccia per traboccare e
trabocca su di loro, ma loro mi amano e incassano. Ci siamo anche per
quello.
Penso un po' ai guai e a come sia normale e giusto esserci se c'è un guaio per chi ami.
La famiglia è fatta di tante persone ... da ieri ho iniziato a chiamarla rete.
La rete è fatta da tante persone, anzi, la mia rete è fatta di tante persone.
La
rete si coltiva, non è dotata di tanta autonomia ... e io la coltivo,
ci provo, sembro un giocoliere e a volte mi viene meglio e a volte
peggio, ma io ci provo non senza sensi di colpa per chi fa i salti
mortali con me.
La rete si coltiva e la rete c'è ed è
giusto e bello che ci sia se succede un guaio, ma ieri mi si aiutava a
pensare che è altrettanto bello e giusto esserci se c'è una cosa bella
da festeggiare.
In questa fitta foschia dove si naviga a vista mi
coltivo come piccoli fiori questi spazi per festeggiare chi è nella
rete, ed è nel mio modo di essere, io sono così.
Non tutti
coltivano la propria rete ed è brutto non trovarla sotto se si cade ed è
altrettanto brutto non trovarla a rilanciarti in aria per festeggiare
con un hip hip hurrà.
Sono scelte, modi di essere, scelte di
sistema e nessuno può dire quale sia il sistema migliore perchè quello
che va bene ad uno può non andare bene ad un altro.
Ho studiato ecologia.
Una
comunità, in ecologia, è definita come un insieme di individui
raggruppati in popolazioni che condividono un ecosistema e sono connessi
da una rete di interazioni, se le interazioni sono alimentari si parla
di rete trofica, la vecchia catena alimentare dei libri di scuola. Il
leone mangia la gazzella, la gazzella mangia l'erba, ma magari il leone
mangia anche lo gnu, che mangia la stessa erba o magari un'altra pianta,
insomma se tracci delle linee come se fossero fili che li collegano
tracci una rete.
In questa rete ci sono molti nodi, gli individui.
Se
per caso avviene una perturbazione nell'ecosistema e questa
perturbazione tocca la rete per intero o alcuni dei suoi nodi, più nodi
ci sono più la rete è in grado di riarrangiarsi, sostenersi e trovare un
nuovo equilibrio.
Ci sono nodi più importanti per il
sistema e nodi meno importanti, e i primi guai a chi li tocca, si
rischia il tracollo del sistema, ma i nodi tutti sono importanti, perchè
constribuiscono a garantire la stabilità del sistema e di tutti i nodi
che ne fanno parte.
E' estremo il fascino di una piccola rete fatta tutta di nodi vitali, essa è magica, sa di vita.
Purtroppo
però, la sua stabilità è in balia degli eventi, manca la matrice di
sostegno, è una rete pericolosa, ma vivaddio che esista una rete così
stretta anche se non tutti siamo nostro agio in una rete così
mozzafiato.
La mia rete è invece fatta di nodi vitali
per cui mi farei uccidere e di nodi importanti, ma anche di altri nodi
meno importanti, ma che ci sono comunque, è una rete vasta.
Forse
io punto solo alla mia sopravvivenza, a quella dei miei, al benessere
del mio sistema, ma ci tengo alla mia rete e la coltivo nella buona e
cattiva sorte, senza per questo dare meno importanza chi è nello stesso
nodo con me perchè è la mia famiglia.
Anzi credo di farlo anche per loro e forse dovrei sentirmi meno in colpa per i salti mortali, se fattibili e non doppi carpiati.
L'ho capito solo ieri.
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