lunedì 23 febbraio 2015

Sci

Sabato ho sciato.
Ho preso la seggiovia da sola, un po' timorosa nei gesti, ma con un sorriso ebete stampato in faccia.
Sono arrivata su e ho seguito la freccia che indicava una pista rossa "la favolosa", come resisterle?
Effettivamente è stata favolosa.
Sono arrivata a un bivio, due frecce, una indicava una pista rossa, che sarebbe arrivata dove c'erano i miei bambini e la miadolcemetàtutadunpezzo a giocare con loro in mia attesa, dall'altra una pista nera "delle gemelline" che mi avrebbe riportato ai piedi di quella seggiovia pronta per un'altra pista, sola.
Ho fatto la nera, ero sola.
La neve appena battuta, altri due o tre sciatori erano passati prima di me, ne incrociavo le scie.
Sono andata veloce, veloce come quando ero bambina e a scuola sci mi chiamavano speedy gonzales.
Sono scesa veloce e inseguivo il mio sorriso.
Sono risalita e ridiscesa ad inseguire il mio sorriso, la libertà che spesso mi manca.
Sono stata egoista per un'ora e quel sano egoismo è stata la cosa migliore che potessi fare per tutti.
Sono la regina del senso del dovere e del senso di colpa, metterli a tacere è difficile e quando ci riesco è sempre bene approfittarne.
E' anche questo è stato un'esempio di serendipity, cercando la mia felicità mi sono imbattuta in quella di tutta la mia famiglia, che è sopravvissuta e anzi si è rinsaldata senza di me, più che se avessi scelto pensando solo a loro.
Grazie gemelline.




mercoledì 18 febbraio 2015

Ci sono cose che non si dicono ...

... ma io qua, già l'ho detto, dico quello che mi pare.
Ieri mattina ho portato chiccodigrano in ufficio, colorava alla scrivania enorme delle riunioni, con i suoi piedi penzoloni sulla sedia girevole, ogni tanto veniva a darmi un bacio, a mostrarmi un disegno, ha frugato nei cassetti e si è portato a casa una scheda elettronica, un connettore neon, dei post-it (e anche un regalo dai capi) come se fossero dei segreti tesori.
Il suo sorriso, il mio sorriso ... aria pura.
Poi sono riuscita anche a strappare mezz'ora solo per me prima di tornare a casa ...
Sono arrivata a casa alle 19 e papaverina era in braccio al suo papà nervosa, col broncio, sfinita, mi ha guardato, mi ha visto ... ha chiuso gli occhi e si è addormentata ...

Adoro quella bambina, è parte di me, di noi ... è un vulcano e riempie la casa dal momento in cui si sveglia a quello in cui si addormenta.
Ora inizia la parte che non si dice ... quindi se volete fermatevi qui.
Ogni tanto però un po' di vuoto in casa regala respiro ed appartenenza a sé.
Dalle 19 alle 21:30 ho potuto:
  1. parlare con lamiadolcemetàtuttadunpezzo senza essere interrotta ogni 10 secondi;
  2. cucinare un risotto con due mani, senza lei fra le braccia;
  3. leggere una favola a chiccodigrano senza essere interrotta ogni 5 secondi con domande tipo "e questa chi è? ", "ma lo sai che oggi a scuola ho detto la poesia?";
  4. cucinare le polpette per oggi senza assistenti cuochi, e solo uno fra i due (lasciando sottilmente capire chi fra i due) spalma più carne macinata sul muro che nella pentola;
  5. dire a bassa voce alla mia dolcemetatuttadunpezzo "non si dicono queste cose, ma lo senti che pace?";
  6. mangiare senza l'arrivo dell'idrovora dal salotto che dice con sguardo furbissimo  "cosa state mangiando?", "posso avere un pochino?", "è buono mamma", "ancora", "ancora", "ancora";
  7. sentire un telegiornale;
  8. riparlare con la miadolcemetàtuttadunpezzo ;
  9. vedere" un posto al sole";
  10. pulire la cucina senza lei a rotolarsi fra i miei pied.
 Alle 21:30, si è svegliata, aveva sete e doveva fare la pipì; ha fatto tutto e a quel punto li ho rimessi a letto tutti e due.
Ho letto favole per almeno 40 minuti, si è spalmata addosso senza lasciarmi il fiato, l'ho coccolata, le ho chiesto di raccontarmi della sua giornata, ha cantato una canzone senza senso da lei composta e mi ha fatto l'imitazione di babbonatale più comica del mondo.
L'ho amata di un amore gioioso.
Avevamo fatto spazio.
Non è una questione di età, è una questione di personalità (e voglio essere gentile a chiamarla così).
Le personalità così invadono e mettono a ferro e fuoco il mondo.
Come le dico sempre la sera mentre dorme all'orecchio, lei è una forza della natura e il mondo sarà suo.
Sono fiera di lei e sono la donna più fortunata del mondo ad averla, ancora di più se ogni tanto mi lascia respirare al mio ritmo, ma ciò non toglie che mia figlia è un'adorabile, incredibile rompipalle.