mercoledì 26 febbraio 2014

Non correre

Non sono una mamma che dice "non correre".
Grazie alla voglia di correre di chiccodigrano riesco ad arrivare a lavoro in tempo quando lo accompagno la mattina a scuola.
Papaverina poi quando sta con altri bambini, soprattutto con i più grandi, si illumina dice "collele" e si lancia a seguirli nelle loro gare squinternate.
Certo che in una sala cosparsa di coriandoli alla fine di una bella festa forse un "non correre" potevo farmelo uscire dalla bocca.
Non fosse altro per non sentire quel rumore sordo, non fosse altro perchè l'avevamo svangata, eravamo già con le giacche addosso, non fosse altro per evitarmi la corsa in ospedale a piedi con 10 kg di bimba in braccio perchè a quell'ora sai che traffico, non fosse altro perchè era l'unica sera dell'anno in cui lamiadolcemetàtuttadunpezzo si era allontanato e avrebbe dormito fuori, non foss'altro per non renderti conto di quanto si aspetta in un pronto soccorso pediatrico e poi fai i brutti pensieri, non foss'altro per il senso di colpa di aver rubato tempo alla chirurga che incollava il suo taglietto sulla fronte con delle superfascette di colla speciale, non foss'altro perchè quello stesso identico taglio sulla fronte, nello stesso identico punto ce l'ho anche io.
E sempre più mi rivedo nei suoi occhi coraggiosi di bambina sovrastati da un enorme cerottone.
Senza falsa modestia.
Soprattutto perchè, quando l'ho rimessa a terra, lei, dopo aver passato due ore in braccio a ripetere a modo suo la dinamica dell'evento: "botta, terra, porta, bua, bimbi ..",  ha saputo dire solo un'altra cosa:
"collele" e ha ricominciato.
E quanto mi è costato non dire quella frase.

giovedì 20 febbraio 2014

Descrizione di una papaverina

Papaverina è nata che sembrava Mr.Magoo, è nata affamata, affamata di latte, affamata di abbracci, affamata di vita.
La pediatra che la visitò in ospedale decretò "La bambina non è che sia irrequieta, ma siamo al limite ... fa delle sceneggiate napoletane ... è teatrale, per farle l'esame dell'udito ci siamo messi in tre e lei urlava come una pazza, vorrei prescrivervi un calmante naturale per bambini perchè se cominciate a cullarla siete finiti"
La odiammo, la pediatra ovviamente, la tacciammo di crudeltà e di poca attenzione, buttammo la sua prescrizione di calmanti e ci armammo di santa pazienza e ... marsupio.
Papaverina ha passato 3 mesi della sua vita in braccio.
Sempre, costantemente, puntualmente addosso.
In alternativa, urlante nel passeggino. Anche i riposini faceva in braccio, preferibilmente attaccata al seno. Perchè del ciuccio non ne voleva sapere.
Fratellopiccolo poi, sconvolto dopo 4 giorni passati tutti insieme al mare in cui io, anzi il mio capezzolo e la mia appendice erano praticamente inseparabili, mi consigliò di provare un'altra marca di ciucci, che lei afferrò con avidità ... quel giorno papaverina scoprì il secondo amore della sua vita.
Papaverina aveva 3 mesi e da allora fino al compimento dell'anno di età decise di studiare il mondo:
divenne silenziosa, sorridente, amorevole, in poche parole ... comoda.
Papaverina è venuta con me ovunque, dal parrucchiere, dall'estetista per mani piedi e anche durante la ceretta. Buona, lì nel suo passeggino, ciuccio in bocca guardava e sorrideva ... o dormiva.
Bei tempi.
Papaverina poi ha compiuto un anno di età e ha deciso di avere studiato il mondo abbastanza e che era ora di agire.
Da quel giorno abbiamo rivalutato l'occhio lungo della pediatra dell'ospedale.
Papaverina è teatrale.
Papaverina si rotola a terra se chiudi la porta per andare in bagno.
Papaverina ti si avvinghia alle gambe e se riesci a sgusciare via ... rieccola là a terra urlare disperata, dando botte e testate in giro.
Spesso ci scappa "è pazza" eh lo so non dovremmo dirlo ... ma diciamolo lo pensiamo intensamente comunque.
Chiccodigrano è martire e carnefice, la mena, si fa menare, cede, pretende ma soprattutto lei me lo ha scrollato di dosso.
Se lui, miracolosamente, mi abbraccia, lei urla disperata.
Se lui mi sale in braccio, lei piange e si arrampica.
Papaverina è prossima ai due anni, ride di cuore, fa smorfie fantastiche, cammina con il collo incassato nelle spalle, si arrampica ovunque e fra la bella addormentata nel bosco e la strega cattiva Malefica, ha deciso di tifare per lei, per Cattia come la chiama lei.
 E' pazza, mette a dura prova i miei nervi dal primo momento in cui si sveglia e  pretende di stare in braccio, o non si capisce cosa voglia mangiare o decida di voler mangiare camminando per tutta casa.
E' pazza, se ci sono io e il padre si avvicina, lo scaccia dicendo "via".
Io lotto, lotto duro, lasciandola agli angoli di casa buttata a terra a piangere disperata, che poi se lei pensa di non essere vista, si interrompe, alza lo sguardo per controllare se qualcuno la guarda e se pensa che sia necessario continuare, riabbassa la testa e riprende ad urlare.
Le frequenze delle sue urla hanno la capacità di trapanare il cervello, fondamentalmente non tende al lamento (che però conosce benissimo e sa utilizzare) lei tende alla disperazione plateale.
E' femmina anche in questo e tutto cio' mi spaventa sempre più.
Poi però (momento tipico conciliante con la maternità a fine post) l'altro giorno mi ha accolto da lavoro con un "vai viaaaa", seguito da un abbraccio come se stesse volando, da un bacio sulle labbra e da una carezza sulla guancia mentre diceva "bene", che suppongo volesse dire "ti voglio bene" e io mi sono sciolta a terra.
Io la amo si e tanto, e alcuni giorni, come oggi, mi manca come l'aria, però diciamocelo, è pazza come un cavallo e mi atterrerà.

mercoledì 19 febbraio 2014

a volte ti fanno ripensare ...

Lei mi ha fatto pensare a vecchi ricordi e non è la prima volta che lo scrivo e lo racconto, ma anche oggi, un commento ad un post è diventato un fiume, che copio anche qui.

il mio grande (chiccodigrano) è nato alle 00:40 del 30 luglio 2010 con un Apgar 5, cianotico, ma dopo 5 mnuti il suo indice era già salito a 8.
In quei 5 minuti in sala parto abbiamo assistito a uno di quegli scontri “alla pellona”: il mio anestesista (avevo fatto l’epidurale) ha bloccato la pediatra nel momento in cui stava per intubare chiccodigrano, dicendole “ce la fa, ce la fa da solo”. Lei si è risentita e da lì è iniziata la battaglia …
Chiccodigrano è stato portato al nido, si era ripreso alla grande, Apgar nella norma, ha sempre respirato da solo … ma poi un po’ di acidosi e lo hanno spostato in terapia intensiva neonatale per somministrargli del bicarbonato.
Tutto questo è stato comunicato al mio compagno con le seguenti parole dalla suddetta pediatra: “dobbiamo portarlo per controlli in terapia intensiva”
lui “come? che dice? come terapia intensiva? può ripetere non capisco …” lei “si in terapia intensiva, il bambino non ha respirato subito, potrebbe avere danni neurologici” lui muto.
Io intanto ero nella mia stanza dove non ho smesso di parlare per tutta la notte e dove nessuno è venuto a dirmi nulla oltre a “il bimbo è stato spostato in terapia intensiva”.
Mia suocera ha domandato alla ostetrica “come mai la pediatra è stata così scortese con mio figlio?” e lei ha risposto “eh la pediatra se la prende perchè voi fate l’epidurale per partorire e si sa che i bambini non nascono bene con l’epidurale”.
Questa frase mi ha fatto compagnia fino alle 9 del mattino dopo, mi fa ancora compagnia diciamolo, ma con papaverina l'epidurale l'ho fatta lo stesso: parto da manuale.
Alle 6 mi sono alzata (avevo qualche punto, voi sapete che attraversare due lunghissimi corridoi dopo un parto naturale non è comunque una passeggiata) e ho raggiunto la terapia intensiva neonatale … lì c’era un papà che aspettava fuori, più preoccupato e meno fortunato di me.
Il suo bimbo era stato trasferito da un altro ospedale in condizioni critiche.
Ovviamente dentro avevano da fare, e questo mi dissero al citofono, nulla più.
Al momento le odiai, il giorno dopo capii.
Durante la notte il mio ginecologo mi spiegò la “particolarità” di quella pediatra.
Alle 9 arrivo l’anestesista, era la terza volta che lo vedevo in vita mia, mi strinse un braccio e mi disse “ragazza tutto a posto, il bambino sta una bellezza a parte il fatto del braccio, ma è una sciocchezza”
io “braccio? quale braccio? perchè braccio? nessuno mi ha detto nulla”
lui “una frattura della clavicola, capita spesso, spesso neanche ce ne accorgiamo, non è nulla di grave”
io piango, finalmente dopo ore di euforia da anestetici e lacrime trattenute.
lui “ragazza non è colpa tua”
l’unico ad avermelo detto, l’unico ad avermi toccato.
Ho vissuto i calzari, la separazione, gli orari per dare il latte e la preoccupazione che dietro ogni allarme ci fosse il mio.
Ho diviso l’attesa con mamme che facevano quella trafila da mesi, abituate a mangiare lì dietro perchè poi tanto 3 ore fra una poppata e l’altra passano presto.
Ho visto mamme per cui quella possibilità di vedere i piccoli ogni 3 ore era manna dal cielo, perchè ci sono stati giorni in cui i bambini non potevano neanche vederli.
Ho sentito grida di gioia e ho visto lacrime e paura sul loro volto quando gli veniva comunicato “oggi esce”.
Mio padre ha visto chiccodigrano quando aveva già 4 giorni e i miei amici venuti a trovarmi non lo hanno visto mai in ospedale, neanche dietro ad un vetro.
I bimbi in incubatrice avevano una stanza con un vetro da acquario e ad alcune ore la tenda veniva aperta e tutti potevano vederli, minuscoli, minuscoli, con i pannolini taglia 0 ballonzoloni, nelle loro incubatrici.
I bimbi in culletta (quelli che stanno bene e prossimi alle dimissioni) erano tenuti in una stanza senza vetro.
Nessuno poteva vederli e quindi nessuno lo ha visto mentre era là dentro, lui è passato quasi subito in culletta.
Io di questo ne ero immensamente felice, anche se fuori tutti si lamentavano di non poterlo vedere, tutti quelli che non hanno mai indossato cuffietta e calzari in vita loro.
Da allora amo gli anestesisti, soprattutto quelli burberi, che ti accolgono con lo sguardo incazzoso ma che poi però ti sanno toccare con una mano e una parola …
e odio le pediatre gelide, quelli che ne hanno viste troppe per stare serene e che hanno dovuto coprirsi con una coltre di cemento per svegliarsi comunque ogni mattina, indossare il camice e varcare quella porta.

PS: Ah Chiccodigrano ha detto la sua prima parola a 9 mesi, a 20 mesi aveva un vocabolario invidiabile e sapeva contare fino a 20 in italiano ed in inglese, oggi usa la consecutio con congiuntivi e condizionali meglio del 60% degli adulti che conosco: col cazzo che ha subito danni neurologici.

lunedì 17 febbraio 2014

Tre cose che ho imparato questo weekend

  1. Un venerdì concluso con festa ballereccia e rientro alle 3 da sbronzi non è compatibile con un risveglio alle 8:30 del sabato con due marmocchi urlanti e pieni di energie per casa.
  2. Una bimba di 10 kg nel marsupio ed uno di 15 kg nel passeggino sono troppo per il tuo corpo di ultratrentenne che già ha esagerato ballando ad una festa il giorno prima.
  3. Dare un po' di libertà a chi ami per fargli ricordare che esiste al di là di noi tutti può costare fatica, ma certi sorrisi ripagano più di mille grazie e poi ... sono contagiosi.

mercoledì 12 febbraio 2014

Supereroi

Dialogo mattutino
"Senti chicco oggi a scuola si mangiano gnocchi e salsiccia, quasi quasi mamma viene a mangiare anche lei a scuola da te, che dici posso?"
"No mamma, tu non puoi, devi andare a lavoro ...
devi proteggere le alghe tu."
Visto? Ok non sono come la mamma di bimbocapellone che fa la poliziotta ma, faccio la mia porca figura anche io.
Alga-women!

lunedì 10 febbraio 2014

Illuminazione 2

Premessa d'obbligo:
Ebbene si io guardo "The apprentice" si anche "Masterchef" e anche "il boss delle cerimonie",
si io guardo la televisione e soprattutto quella più becera eh, e non me ne vergogno, non me ne sono mai vergognata. Ah ... e piango anche, si, mi commuovo di fronte alle lettere dei bambini e delle mogli lontani, insomma si, casalinga di Voghera presente.

Ieri guardavamo "The apprentice", compito della settimana di 'sti poveri sfigati che sgomitano per diventare ricchi sfigati alle dipendenze di Flavio Briatore.
Inventare un outfit brandizzato Winx per un target di donne fra i 25 e i 35 anni.
A parte che ... vai a trovare una parola di italiano durante i loro brainstorming e ti pago un caffè.
A parte che signor Winx, sarai anche un genio del marketing, ma vai a mettere un vestito con un marchio da fatina addosso a donne di quella età e io faccio testa e gabinetto.
A parte che non sarebbe la prima volta, visto che già feci testa e gabinetto quella volta in cui ho scommesso con la miadolcemetàtuttadunpezzo sul fatto che può diventare Papa anche una persona normale e non solo i sacerdoti. No non scommettete, ho già fatto testa e gabinetto io per voi, aveva ragione lui, potreste diventare Papa anche voi, a patto che siate di sesso maschile, battezzati e non sposati, quindi io non potrei, ma mi frega solo il sesso femminile.
Ma stendiamo un velo su tutto questo, sono qui a scrivere soprattutto perchè ...  eravamo lì sul divano io e la miadolcemetàtuttadunpezzo e continuavamo a guardare i vestiti che secondo quei dementi avrebbero dovuto indossare donne dai 25 ai 35 anni e

primo outfit
lui "ma perchè te lo metteresti tu questo?"
io laconica "No"

secondo outfit
lui "e quest'altro che te lo metteresti tu?"
leggermente innervosita "No, non lo metterei"
 
ultimo outfit
lui "no ma  ... mo' dimmi tu se mai ti metti gli shorts tu"
io "io No, ma sai magari d'estate un'altra .... magari ...."
lui "maddai su forza ma ti pare tu con gli shorts ..."
io quasi in lacrime "MA IO SONO FUORI TARGET"

ebbene si ne ho fatti 36 a ottobre
SONO FUORI TARGET
non indosserò mai un outfit brandizzato Winx. Piango lacrime amare

venerdì 7 febbraio 2014

per "colei che ha vita" e che poco fa ha anche dato vita



Quando hai il seno dolorante, poche ore di sonno sulle spalle (e  frammentato, che non è poco sai? citando Nanni Moretti), un taglio fresco nella pancia, una novità sempre fra le braccia ...
non sbagli nulla, non puoi sbagliare nulla
sei una grande donna, anche solo per aver trovato la forza di porti questa domanda.
... e non me lo hai dimostrato oggi.
Ho imparato nel tempo che dietro al tuo viso da bambina
si nasconde una grande donna.

martedì 4 febbraio 2014

Dura essere me stessa

Esco di casa alle 8:40 con chiccodigrano.
Orario decente, grido al miracolo.
Ho gridato troppo presto
"Chicco ho dimenticato il cellulare", torno indietro ... primo "no no no" con la testa della giornata da parte della  mia dolcemetàtuttad'unpezzo.
"Le chiavi dove le ho messe? ah nella borsa eccole"... saliamo a due "no no no".
"Ciao Ciao", esco ... ci siamo dai dai  ... ci siamo ... "chicco e il tuo zainetto?"  torno indietro e siamo a tre.
Per strada butto la spazzatura della plastica formato famiglia, la busta è quella di un negozio di giocattoli, un bimbo la riconosce e mi scambia per babbonatale ...
Sorvoliamo sul fatto che alla vista degli occhi cisposi di chiccodigrano a scuola mi hanno fatto capire che avrebbe contagiato tutta la classe, quindi portalo via convincendolo della scelta fra lacrime in saccoccia varie ... aggiungi visita dalla pediatra ... aggiungi organizzazione emergenziale per  far venire la miadolcemetàtutatdunpezzo dalla pediatra per dare e a me il motorino e prendersi lui il bambino ... mentre la pediatra mi dava il tragico responso "si è congiuntivite, è contagioso, deve restare a casa almeno altri due giorni ... " (oggi sarebbe tornato dopo 5 giorni di gastroenterite .... che è stata molto simpatica, come immaginerete) sento squillare il telefono .. è lui, lamiadolcemetàtuttadunpezzo "I documenti del motorino dove sono?" io "nella mia borsa" "ah bene" scuote talmente rapidamente la sua testa che si sente anche al telefono ... siamo a quattro.
Finalmente sola, parto, vado ... salto sul motorino corro vado ... anzi passo prima a vedere se quel cappotto c'è ancora, magari al 70% tanto ormai tardi per tardi ... non lo trovo ma trovo due camicette floreali a 7 euro l'una troppo belle ... vado a pagare ... "e il portafogli dove è?" chiamo dalla dottoressa nulla, chiamo a casa, per fortuna risponde tatasantasubito che cerca con fare felino il mio portafogli per non farmi incappare nel quinto "no no no" della mattinata, ma nulla ... chiamo in ufficio, ma nessuno risponde quindi corro vai motorino vai ... arrivo salgo di corsa apro la porta ... eccolo lì bello bello sulla scrivania dove lo avevo lasciato dopo averlo liberato di una quintalata di scontrini ieri.
Mi rilasso, mi siedo ... ma cosa è quest'odore? no ho dimenticato pure il deodorante stamattina?
vabbè qui in ufficio c'è.
Sono le 10:40 mi spruzzo il deodorante e mi siedo alla scrivania ...
e ora inizia la giornata.
E' dura essere me.

lunedì 3 febbraio 2014

Consigli di stile

Ognuno di noi dovrebbe indossare un accessorio  catarifrangente, specialmente nelle sere di pioggia e specialmente chi ha il vezzo di passeggiare amabilmente a centro carreggiata.
No ... non ho investito nessuno.
Che si sappia ... ma cavolo vestito di nero da capo a piede ... Con 'sta pioggia cammina sul marciapiede o rinuncia al tuo stile total black per un accessorio catarifrangente ... a te la scelta ... se ci tieni alle penne.

3 anni e mezzo no


Servirà a qualcosa questa barra lilypie .... sulla cui esistenza su questo blog comincio a dubitare .. non so se mi piace sapete? ma almeno serve a qualcosa, scusate l'inciso a caso, ma la suddetta barra mi ha appena informato che mio figlio 4 giorni fa ha compiuto 3 anni e sei mesi ...
ma infatti io mi ero resa conto di qualcosa ...
tipo che diventa sempre più bello (eh lo so occhi di mamma) ...
tipo che diventa sempre più grande ...
tipo che è sempre più bambino ...
ecco cosa era ...
stava compiendo 3 anni e mezzo ...

no ... dovete fare qualcosa ... voi mi dovete aiutare ... io non sono pronta ...
quello ormai legge i numeri, ripete a memoria la bella addormentata nel bosco, mi butta giù una perfetta consecutio temporum ... io non sono pronta ...
per fortuna che c'è lei che a quasi due anni (scusate l'approssimazione, lilypie non me ne voglia, a 1 anno, 8 mesi, due settimane e 3 giorni) indica lo stesso libro e ripete fino allo sfinimento "bocco-bocco-bocco-bocco-bocco"e "baccio-baccio-baccio" allargando le braccia come se vedesse la guardia costiera dopo un naufragio.
Grazie papaverina di portare mocciositudine nella nostra casa ...
e per piacere resta mocciosa ancora a lungo ... perchè qua di fare il terzo non è proprio aria ... quindi siamo tutti nelle tue mani e dei tuoi "bocco-bocco-bocco" e "baccio-baccio-baccio" continua così ... per favore.