venerdì 15 luglio 2016

14.7

A quella festa ci sono andata e quella sera l'unico pericolo ero io: per la prima volta alla guida di un motorino.
E ho pure tamponato gli amici miei sulla moto davanti a me a un semaforo.
Quei fuochi d' artificio li ho visti, li ho amati. Io amo i fuochi d'artificio e quella sera l'unico suono sordo era il loro.
Ieri no.
Mi sono avegliata oggi. Ho trovato un messaggio. Ho aperto il giornale. La parola zig zag mi ha trafitto le pupille.
Ho pianto a singhiozzi nel nostro letto, con la paura di spaventare lui e la piccola in mezzo a noi.
Lui si è svegliato, sperava io ridessi.
Ho detto "Nizza"
Sono scappata di là, gli ho detto "i miei amici stanno bene".
Sono vivi, non sono feriti, ma non è vero che stanno bene.
Come fai a stare bene, se sei a casa o in vacanza e tutti ti mandano messaggi per sapere se sei vivo.
Sei vivo ma non stai bene.
Apro facebook e trovo gli aggiornamenti di stato di chi vuole far sapere che "sta bene durante l'attentato di Nizza".
Ma anche loro non stanno bene, sono vivi, è un'altra cosa.
Come fai a stare bene se abiti là dietro, in una casa splendida che affaccia sulle facce quadrate.
Io sono viva, ma non sto bene.
Nizza la amo.
Una città vicina alla mia, ma dove ti senti pulito libero e sicuro.
Ti sentivi pulito libero e sicuro.

In tanti non stanno bene. In tanti non sono più vivi.
E' una festa delle famiglie, per le famiglie.
Siete dei vigliacchi.

In una gara a chi fa l'orrore più grande chi volete che vinca?








lunedì 4 luglio 2016

Femminismo e matrimoni

Mi sono imbattuta in un articolo e un video di donne femministe e della loro idea sul matrimonio.

Fra qualche giorno celebrerò il matrimonio fra un'amica e un amico e nel pensiero del papà che accompagna lei nella sala del municipio ci vedo solo un momento romantico, non ci vedo un retaggio della vendita della figlia al migliore offerente, ma ci vedo un padre che accompagna la sua bambina dall'uomo che l'ama e l'amerà ... però quegli articoli mi fanno pensare ... mi hanno fatta pensare.
Non mi sono mai sposata ufficialmente, ma sono sposata praticamente, ho due bambini, un marito, un lavoro ...
Nel nostro equilibrio famigliare lui è l'uomo che più contribuisce alla casa e alla famiglia che io conosca e non è il solo fra i nostri coetanei, ma anche all'interno di questa fortuna, ci sono delle incombenze che sono solo mie ... ed è quello che viene definito molto bene da Laurie Penny come "lavoro emozionale" ossia "In sintesi, tutto il lavoro che serve per mantenere felici gli esseri umani al livello intimo. "

Nel lavoro emozionale c'è: scegliere la merendina giusta per i miei bambini, preoccuparsi delle loro visite mediche e vaccini, organizzare e gestire la loro vita sociale, ricordarsi dei compleanni di parenti ed amici, telefonare per sapere come stanno tutti, salutare le maestre a fine anno, far sentire coccolato il proprio compagno ... questa invisibile quantità di lavoro non è assolutamente conosciuta e riconosciuta. E' una specie di piccolo motorino che lavora in sottofondo nella tua giornata mentre sei magari impegnata in altro e magari sono anche cose importanti e/o belle ... e che ti fa squillare l'allarme "ci sono i pinguì per domani a colazione? hai chiamato l'otorino?"
...
e sono una mamma semplice, non di quelle ossessionate dai loro bambini o che magari cucina solo dolci in casa per loro al posto delle merendine e il mio compagno è un uomo semplice anche lui, che si accontenta di uno spaghetto con il pomodoro fatto bene da lui per cena e della coccola del caffè appena sveglio ... sono una mamma e una moglie basica, che si complica poco la vita, ma a cui fa piacere che i suoi figli prendano aria qualche volta, che ogni tanto mangino delle cose cucinate da loro, che vedano degli amichetti di tanto in tanto e siano in salute e sereni e sono una compagna che ha piacere se il suo compagno si sente oggetto di piccole quotidiane attenzioni esclusive.

Queste poche basiche cose richiedono un lavoro invisibile ... e forse è invece arrivato il momento di renderlo visibile, perchè le donne se ne sobbarcano la maggior parte nel matrimonio ed è così perchè così deve essere o per lo meno perchè così è ad oggi ... per lo meno venisse loro riconosciuto che per organizzare quel pomeriggio con l'amichetta a fare i biscotti c'è stato un lavoro che va riconosciuto quanto lo è avere organizzato la cena, avere cambiato una lampadina o avere fatto la spesa o un qualsiasi altro lavoro domestico.

Solo dando nome e cognome a cose che meriterebbero un riconoscimento in più si può creare la libertà di scelta ... quante quando scelgono il matrimonio sanno che porta con se anche questo lavoro invisibile? ... e sottolineo l'anche perchè molto spesso non è il solo lavoro di una moglie e madre.

Svolgo il lavoro emozionale con amore, che è una risorsa inesauribile ... e io sono una romantica che crede molto nel matrimonio e che ha scelto di viverne uno per amore e per libera scelta, sapendo in gran parte cosa portava con sé e non l'ho fatto né  per obbligo nè per necessità.

Purtroppo, nel 2016 non tutte le donne vivono vite come la mia e vorrei che si rispettasse un po' di più chi decide di non voler vivere in un'istituzione come il matrimonio e che si pensasse un po' di più a liberare le donne che vedono nel loro matrimonio l'unico istituto sociale che possa dare loro un ruolo accettabile nella nostra società, perchè poi quelle donne sono disposte ad accettare l'inaccettabile.