domenica 25 agosto 2013

Nostalgia canaglia

Mio padre abita in un'altra città.
Io sono in viaggio lontano e mi manca mio padre.
Anche a casa lo vedo raramente e lo sento poco eppure qui mi manca mio padre.
Un po', quando si è lontani, manca l'accudimento che danno le mamme, quel senso di casa. 
Manca il pranzo della domenica, il caffè stravaccati sul divano.
Mio padre non è bravo ad accudire, eppure mi manca lui.
Mi manca il suo pancione sotto le polo colorate, il sorriso commosso quando ci corre incontro sotto casa sua, i suoi capelli grigi, i suoi occhi da cagnolino da caccia, il suo colorito rossastro dopo le ore e ore di mare, pronto già a pasqua ad aprire il lido. 
Mi manca la sua bici sgangherata perché almeno così non la rubano.
Forse mi manca perché si sta facendo vecchio e parla come i vecchietti solo di acciacchi ... O forse mi manca perché è l'unico che quando mi vede arrivare con uomo e figli ignora tutti gli altri mi viene incontro e dice "per prima cosa fatemi dare un bacio a mia figlia" e ogni volta mi fa sentire la prima stella del cielo ... e non è poco.

sabato 24 agosto 2013

Hoppala

Adoro la colazione. Ogni posto ha la sua colazione e ogni volta che lascio un posto nuovo so che mi mancherà la sua colazione: i pain au chocolat, le uova col bacon, la briosce con la granita, il mate caldo direttamente in tenda, i pomodori i cetrioli e le uova e i formaggi turchi ... Voi mi mancherete tantissimo anche perché avete fornito ai miei figli una degna dose di proteine in vacanza ... Ti ho adorato colazione dell'hoppala, nel tuo giardino selvaggio ma curato, nella gentilezza non cordiale dei tuoi cuochi, nell'intermezzo di migliaia di saluti e baci rivolti ai miei bambini, nella tua ombra.
Mi mancherai 

Sola

... O meglio, accompagnata da chiccodigrano dormiente. Anche qui in vacanza faccio fatica a fermarmi perché quando ho un attimo per me mille incombenze vengono fuori. 
Tutte quelle cose che in vacanza anzi in viaggio un due con due bimbi altrimenti non potresti fare mai e il tuo essere donna verrebbe davvero a mancare ...
Oggi fra una cura qui e una li' mi interrogo su chi si porta la tata in vacanza ... La nostra non può e così noi tagliamo la testa al toro ... Quando mi è capitato di vedere una coppia con una bimba sul traghetto direzione alicudi salutare la tata indiana, che evidentemente avrebbe dormito in poltrona per andarsene loro a dormire in cabina con la bimba che non aveva nessuna voglia di lasciarla (la tata) ho avuto una strana sensazione: da un lato ho pensato alla tata indiana scomoda e dall'altro alla loro vacanza agevolata con invidia (noi prima vacanza in 4 terrorizzati) poi ho pensato a quanto mi piace curare i miei bimbi e a quanto a questa età molto del rapporto derivi dalla semplice cura quotidiana ... Insomma
non so se lo farei se potessi ... Mia suocera però se la nostra tata si muovesse se la porterebbe volentieri a mare a luglio con lei a curare le due belve altrimenti costrette al caldo della città ... Io e la miadolcemetatuttadunpezzo ci faremmo una vacanza in città da piccioncini e mia suocera e la nostra tata si scolerebbero buon vino parlando della vita e di libri nel giardino di sera ... Altro che scomode poltrone ... Ma la mia tata non si sposta dalla città ... Quindi niente sogni di gloria ... Comunque credo che io non la porterei comunque a turbare l'intimita di questi spazi solo nostri ... 
Perché non mancano solo gli spazi solo miei ... Ma anche quelli solo nostri anche solo nei 5 minuti di riposino contemporaneo delle belve, cosa che purtroppo qui sta accadendo molto troppo raramente ... comunque i bambini in vacanza al mare spinti sull'altalena da tate impegnate al telefono mi fanno tanta tristezza ... Non che poi non mi capiti di mettermi a parlare al telefono se spingo i miei bimbi sull'altalena ... Ma io sono la mamma!

giovedì 15 agosto 2013

Estate


La casa silenziosa;
Le corse per raggiungerli;
Gli sguardi già cresciuti;
Valigie da preparare, le più difficili: quelle piccole;
Le scarpe da allacciare;
Le pappe nei termos;
Una scalata al tramonto inattesa, e noi pronti a nutrirli anche lassù per scendere senza fretta, quando ci va;
Il saper ascoltare un richiamo a un po' di calma;
I miei occhi che si aprono prima di tutti per la voglia di girare;
Luce tanta luce e gli occhi, sempre loro, che fanno fatica;
Ferragosto anche qui sempre qui;
Auguri mio compagno di viaggio;
In questo pomeriggio che ha come sottofondo una voce di oriente sconosciuta, ci auguro di vederci sempre altro oltre che padre e madre.

venerdì 2 agosto 2013

Quattro

E' da un po' che ci penso ... Da quando noi eravamo le cipe. Eravamo quattro e ci sostenevamo come se fossimo alberi in difficoltà a vicenda. Lalucana ha fatto per due volte in 3 mesi 1000 km a andare e 1000 a tornare in treno per piangere con noi ...  Labase ha mantenuto con forza tutto in vita ed è ancora lei che chiamo quando ho voglia di parlare, in macchina, libera ... il numero 5 della mia rubrica. Lafashion portava parole e parole e parole quando labase era muta.
Eravamo quattro.
Ai tavolini le donne le vedo sempre in quattro, nei film sono quattro, in sex and the city sono quattro.
Mi interrogo sulla fenomenologia di questo numero per le donne da tempo.
Gli uomini in quattro a un tavolino ... Voi li vedete?
Io no ... sarà che è altro che noto, perchè quello che mi ha sostenuto e amato e accompagnato all'ingresso della vita adulta era un intreccio di rami proveniente da quattro alberi ... e sarà per questo che mi sono dentro come se fossero un vaso sanguigno o un'arteria, anche se sono lontane, per un motivo o per un altro.
Poi ieri eravamo in quattro ... e da ieri mi scervello sul senso di questo numero quattro ... penso a quali possano essere le anime delle donne che in quattro si riesce bene a rappresentare ... tipo ... colore, sole, ritrosia e coraggio ... poi penso che forse è solo perchè intorno a un tavolino in quattro si sta perfette, non c'è spazio sprecato, non c'è spazio per nessuno per incunearsi e ci si guarda tutte negli occhi.
Ieri mi sono accorta soprattutto, che in quattro si può parlare fitte fitte saltando da un argomento all'altro senza interruzione silenziosa alcuna, incrociando gli argomenti e parlando a due a due di una cosa diversa per ore senza stancarsi ... ci sono troppe cose da dire per dirle in due o in tre.
In quattro si sta meglio, hai sempre occhi da guardare ... e un bicchiere di birra ghiacciata appena servita da cui bere.