mercoledì 23 dicembre 2015

Natale 2015

Natale arriva sempre di fretta.
e con lui arrivano le sue ingombranti presenze ed agghiaccianti assenze.
Arrivano le ansie da menù natalizio, da divisione fra vigilia e pranzo di Natale, da regali da fare, da regali da assegnare.
Poi arrivano i regali alle maestre e le mamme e i gruppi di mamme e lì si fa bingo ...
Ma arriva anche il weekend prima di Natale e arriva un'amica con i capelli ricci che va a dormire sul letto a castello.
E lascia doni nascosti in un armadio, e beve quel the rosso che avevo scelto per me, ma è perfetto per lei.
Arriva lei e mi dice che mia figlia ha un'intelligenza speciale e le si riempiono gli occhi di lacrime, quando la piccola vede l'arcobaleno in camera e dice "è nonna che ci viene a salutare, sei felice mamma?".
Poi i regali vengono scelti tutti e con calma, in negozi non strapieni, con lei e una bambina sorridente al fianco e saranno regali pieni di amore allora.
Poi ci sono le recite e mi sono sentita un po' str@#a perchè nervosa e distante nei loro giorni speciali.
Poi tensioni con chi non è proprio il caso ci sia  tensione ... e il dispiacere di sentire che chi pensi di accogliere in casa e trattare con affetto e vicinanza e comprensione ... in realtà scalpita e cova rancore.
Poi nervosismi che fanno male.
Poi però a lavoro hai  quasi chiuso tutto ... e forse riesci anche a non arrivare alla vigilia con in testa un pagliarone perchè forse il tempo per un parrucchiere lo riesci a trovare.

Poi i bambini che anticipano la poesia e poi ho il tempo epr la palestra e poi nel letto mi abbracciano fortissimo mentre li addormento dopo un bel giorno per loro e un giorno faticoso per me ... e mi raccontano dei dinosauri, e mi dicono che vogliono andare al cinema con me e lei dice che però deve venire anche papà, perchè noi 4 dobbiamo stare sempre insieme.

E al mattino dopo ci svegliamo presto, loro non hanno scuola, possono restare in pigiama e fare colazione quando hanno fame e non sotto pressione e lui mi abbraccia e mi parla di babbo natale, che vuole che dormiamo tutti in salotto sul divano nuovo la notte della vigilia per vederlo, perchè quello che vede lui la notte di Natale è un finto Babbo Natale, ma lui vuole vedere il vero Babbo Natale e non gli importa se poi lui non gli porta più i regali ... lui vuole vederlo! ...
e diventa Natale, e arriva un treno saremo tutti qui e vorrei trovare un  modo per aprire una porta in un cuore duro da Scrooge che vive troppo lontano da me.
E quanti buoni propositi e quanto ci è voluto per sentirsi bene e pensare con un sorriso a Natale.
Che sia bello per tutti voi.

lunedì 21 dicembre 2015

50 metri

lei "mamma chi ha vinto?"
io (in lacrime) "chiccodigrano"
lei sorridente "non avevo dubbi"

lui arriva e le mette la medaglia al collo.
Fratelli
Abbiamo vinto tutti ieri.

lunedì 7 dicembre 2015

Quel giorno è arrivato ...

"Mamma devi darmi la mia libertà!".

Chapeau.

martedì 1 dicembre 2015

Che cos'è l'amor

Conversazione fra padre e figlia

Lui: "Cos'è l'amore per te?"
Lunga attesa
Lei "Felicità."
Lui "... e cosa ti fa felice?"
Lei "Tu."

Romanticherie papavere 2


giovedì 26 novembre 2015

Cosa vuoi diventare ...

Si , ok può sembrare un gioco macabro, ma io non credo lo sia, credo sia un gioco spirituale.
A casa mia ogni tanto i bimbi giocano a "cosa vuoi diventare tu quando sarai morto?".

Ok un po' macabro sembra, ma invece è un gioco che da continuità, che mi sorprende ogni volta, soprattutto perchè papaverina dimostra una spiccata spiritualità. E poi, senza voler troppo fare la zen, la morte è parte della vita e prima lo si impara, più sarà naturale accettarne l'esistenza.
Perchè a farle la guerra non si vince mai.

Comunque, quando giochiamo lui vuole diventare quasi sempre un oggetto, uno di quelli di cui in quel momento è appassionato, fondamentalmente o navi da crociera o aerei a due piani.
Lei invece da risposte poetiche come "un arcobaleno", "l'acqua", "il sole".

Ieri papaverina mi ferma e mi fa:
"mamma ho deciso, voglio diventare un pulcino" ...
" e tu diventa una gallina, mamma" ...
"così continui a fare la mia mamma, mi covi, io nasco e stiamo insieme".

 Quando guardo gli occhi di mia figlia al mattino gioiosi, grandi, curiosi e sorpresi vedo mille vite, mille anime e fra quelle ce n'è una molto familiare ...
perchè poi, è vero come ci ha tenuto a dire mia mamma citando Pavese che "L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia."
... Ma è anche vero, come dice la genetica, che in noi ogni singola proteina è codificata dal DNA e il nostro DNA è dato dalla fusione di quello di nostro padre e di nostra madre, e in ognuno di noi c'è parte di loro, e noi trasmettiamo parte di quella parte ai nostri figli.
Non è poetico come il ricordo, ma è potente quanto se non più del ricordo.
Io sono mia madre e mio padre e i miei genitori sono anche nei miei bambini.
In quei piccoli occhi c'è tutto un mondo e in quel mondo c'è anche lei, e quando mia figlia si sveglia e ogni giorno apre per la prima volta quegli occhi, io vedo i suoi.

Sarà per quello che lei è così brava a giocare a "cosa vuoi diventare".


venerdì 13 novembre 2015

Romanticherie papavere

Io ti adoro.
Io di più.
Ti prego possiamo adorarci uguale?

mercoledì 11 novembre 2015

Imparare

Mi piace molto leggere di donne e parlare con donne, che nonostante non trovino il tempo di far nulla, infilano cose che nutrono l'anima e il cervello, più di una sacrosanta ceretta per capirci.
Ci sono quelle che di notte fanno zucche per Halloween e addobbano casa come se fosse un antro di una strega e lo fanno per loro più che per la loro raggiodiluna (non faccio un esempio a caso, ma penso proprio a lei che deve ricordarsi ogni giorno quanto nelle sue mani c'è il suo pane). Ci sono quelle che seguo su blog (ultimamente un po' meno) ma che so stanno prendendo una seconda laurea con una terza figlia ancora minuscola o che studiano ebraico, solo per il gusto di farlo.
Io ho iniziato da un paio di settimane il mio primo corso online, sono ovviamente indietro, dovrei completare due sezioni entro domenica, ma mi fa piacere averlo iniziato e quando riesco a mettermici mi piace tanto.
E' un corso sulla vita extraterrestre, ma serio, con professori di astrobiologia e cosmologia di Harvard.
Un corso base, su cui già sono in ritardo sulle dead-lines e siamo solo alla prima sezione.
Un corso on-line in inglese.
Lo faccio per chiccodigrano, che mi domanda della fine del mondo e dei destini dell'umanità.
Lo faccio per la miadolcemetàtuttadunpezzo che da sempre aspetta gli alieni e mi sogna Jodie Foster in Contact.
Lo faccio per la mia bimba perchè lei vuole andare su un razzo spaziale, anche se è così innamorata di tutti noi che non so se davvero le interessa andare nello spazio.
Lo faccio per me.
Perchè è sempre bello imparare, è sempre bello avere domande e cercare risposte, più che poi trovarle.
Oggi chiccodigrano mi ha chiesto "mamma di lavoro cosa fai?" e io gli ho risposto fiera "mi occupo di Ricerca e Sviluppo per una società di ingegneria".
E' bello quello che faccio per lavoro. Imparo, facico domande, cerco risposte.

mercoledì 28 ottobre 2015

Ricordi

I ricordi non durano per sempre.
e io lo so, lo so bene e poi come persona ho uno spazio limitato ... c'è chi ricorda tutto, io no.
Io sono brava a dimenticare.
E' anche per questo che scrivo qui, per non dimenticare.
Per non dimenticare, cose, persone, momenti e sensazioni.
Non è tutto archiviabile nel cervello, nel senso che alcune cose, soprattutto le sensazioni  svaniscono presto.
O meglio le sensazioni restano e a lungo ... ma non sono più ancorate ai ricordi e restano vele al vento.
Mi è stato consigliato di scrivere tutto quello che ricordo.
un po' già lo faccio.
I ricordi vecchi faccio fatica a metterli giù, ma lo farò.
Intanto ieri pomeriggio mia figlia ha pianto per 10 minuti perchè voleva la baby-sitter e non me, ma questo forse è meglio dimenticarlo.
Meglio ricordare quando esce fuori da quella stanza e sorride e fa la telecronaca "mi sono svegliata, ho chiesto se era giorno, ho preso il mio pupazzo e l'acqua e sono venuta"
è meglio ricordare che mio figlio l'altro giorno, dopo aver chiamato la sorella scema troppe volte è finito in punizione e dal suo angolo di silenzio mi ha detto
"mamma io quando sto in punizione divento più male"
"che vuol dire chicco?"
"che mi arrabbio ancora di più e faccio ancora peggio"
e ha 5 anni e capisce queste cose e ha un'intelligenza emotiva più sviluppata di quella di molti adulti.
Io poi gli ho detto
"chicco tu non devi passare quel tempo a arrabbiarti di più, ma a capire come fare per non rifare più questa cosa"
"ah ho capito, devo fare un piano".
E ieri io cretina come non mai, romantica e disperata come solo una mamma che capisce che suo figlio diventerà grande, perchè guardandolo in viso, quel viso per un attimo è diventato adulto e allora io
"chicco mi prometti che da qualche parte del tuo cuoricino, resterai sempre questo bimbo che si fa leggere le favole?"
e lui
"mamma promettimi che non dirai mai più questa cosa brutta".
Perchè non devo dirlo, non devo dirglielo.
Devo portarmelo io nel cuore, come ricordo il suo volto bambino mentre leggiamo, lui deve diventare altro ... non sia mai che lo faccio diventare Robertino ...

martedì 13 ottobre 2015

Oggi ti regalo ...

Oggi ti regalo ...
quel sole che si rifletteva stamattina sul mare nella classe di chiccodigrano,
un suo sorriso con gli occhi ugualmente lucenti,
la manina di papaverina che ti batte sulla spalla mentre ti abbraccia,
un film di Stanlio e Ollio per farti ridere rumorosamente,
un pomeriggio io e te su via Roma,
una battuta caustica della miadolcemetàtuttadunpezzo,
una canzone per prenderti in giro da parte di fratellogrande,
una carezza da pranoterapeuta da parte di fratellopiccolo,
uno scusami da parte di papà,
quello spinello che dicevi di volere un giorno provare.
Auguri mamma.




giovedì 8 ottobre 2015

Le nostre speranze

Sulla strada per andare a scuola incontriamo ogni giorno un ragazzo, che salutiamo e che ci saluta.
Sta li' in piedi con il cappello in mano e chiede l'elemosina.
Stamattina chiccodigrano mi ha chiesto
"Mamma perchè quel ragazzo sta sempre là in piedi?"
e io non capivo
"quale ragazzo?"
e chiccodigrano "quello con la maglietta rossa, che sta sempre in piedi con il cappello in mano ..."
e io ho pensato che forse davvero per noi c'è speranza.

E sono questi bambini qui la nostra speranza.
Ora non voglio entrare nel dettaglio della conversazione complicata che è seguita sul fatto che quel ragazzo chiede l'elemosina; sul perchè io non gli do i soldi, ma lo saluto e gli sorrido; sul fatto che magari un giorno gli portiamo qualcosa di buono da mangiare, ma che i soldi non voglio darli a chi lo ha messo su quell'angolo di strada; sulle cose da bimbi puri che hanno detto i miei bambini; sul loro volerlo aiutare invitandolo a pranzo ... no non voglio entrare in questo dettaglio perchè queste cose da bambini puri sono cose che forse anche io ho detto da bambina.
E io non ci sono riuscita a cambiare alcune cose, non ci sono riuscita io e non c'è riuscita la mia generazione.
La mia generazione non cambierà le cose attraverso le sue azioni, nonostante io ci avessi un tempo sperato, ma forse lo farà mettendo al mondo dei bambini che vedono le cose in maniera diversa.
Dei bambini che in quel ragazzo vedono per prima cosa la maglietta rossa e non la pelle nera.

martedì 6 ottobre 2015

da grande

"Mamma da grande non voglio più fare la cicciona, mi fermo prima non divento una cicciona."
"Mamma ho cambiato idea, da grande voglio fare la gelateria." ...
"perchè voglio fare le polpette, ma non di carne, le polpette ... le polpette di gelato."
Finalmente ho capito perchè vuole diventare una gelateria, non una gelataia sia ben chiaro, lei vuole essere una gelateria ...  ed era strano perchè a papaverina il gelato piace solo se squagliato, non capivo questa attrazione: mia figlia è affascinata come me dall'aggeggio per fare le palline col gelato ...
e ha il super-olfatto come il padre:
l'altra sera nel letto "mamma cos'è questa puzza?" si copriva la faccia con le mani mentre con calma io e il fratello coontinuavamo a leggere la storia del topino Federico.
"mamma bleah" sniff sniff ha iniziato a odorarmi in ogni parte, e poi ... eccola l'origine della puzza disgustosa .. era il libro del topino Federico, che odora di quell'odore strano di inchiostro che sembra un po' vomito dicamocelo ... ma diciamoci anche che era un odore che solo una super-eroina come lei o un super-eroe come il padre poteva percepire ...
lei ha ereditato il super-olfatto e lui ha ereditato la voglia di sfottere
e ora ho ben due segugi per casa pronti a indovinare cosa ho cucinato 3 ore prima e ben due sfottitori capaci di prendermi in giro per le mie debolezze ...
e mi piace.

lunedì 28 settembre 2015

DOMENICA

"Mamma, come è nata la vita?"
e se dopo una discussione a 3 (e la terza non è papaverina no, lei pensava ai dolcetti da comprare, brava bambina) su se chiccodigrano intendesse come è nato l'universo o come è nata la vita ... rispondo attaccando un pippone sul brodo primordiale, sulle scariche elettriche, sulla prima protocellula, sull'evoluzione, sul fatto che siamo tutti africani ...
Lui continua
"Mamma, come finirà l'universo?"
e se rispondo mettendo in mezzo buchi neri, stelle che collassano ...
Lui continua
"Mamma, come fai a prevedere il futuro?"
e se gli parlo degli studi dei cosmologi, delle equazioni, dei modelli matematici delle simulazioni ...
"Mamma ..."
"EH NO EH! NO! BASTA CHICCO E' DOMENICA!!!"

martedì 22 settembre 2015

Orgoglio nerd

Ceno sola mentre i bimbi giocano con lamiadolcemetàtuttadunpezzo che poi uscirà.
Occhi belli entra "mamma cosa guardi? cose di ingegneria?" ha gli occhi che gli brillano e sorride.
io "in verità si, è megafabbriche" ebbene si guardavo megafabbriche, la fabbrica della Porsche 911.
Odio le auto, ma impazzisco per le fabbriche, da quando da bimba mi portarono a vedere come si stampava in una tipografia.
Chiccodigrano "posso vederlo un po' con te?"
e io mi sono sciolta e ho guardato come si costruisce il motore, come si fa il collaudo, come si dipinge la carrozzeria decantando la bellezza di una verniciatrice a spruzzo al mio piccolo bimbo di 5 anni.
E lui era felice.
Il mio piccolo bimbo ripeteva "va a 200 all'ora, velocissimo" con un aria fra il competente e lo stupito.
L'altra sera ci teneva a dirmi di avere visto tutto il documentario sulla Queen Elizabeth, una portaerei grande come piazza plebiscito, più grande anche.
E io "cavolo chicco l'hai visto tutto? pure io a un certo punto mi sono addormentata e tu invece hai capito tutto"
E lui "Ho visto tutto"
ed era felice di avere visto tutto anche senza vergogna per non avere capito tutto perché per lui quelle cose incomprensibili erano comunque magia e nei suoi occhi c'era tutto lo stupore e l'amore per quella magia.
Che bellezza quello stupore … che orgoglio quell'attenzione.
Certo anche lei che … "cosa vuoi fare da grande papaverina?"
"da grande voglio fare … la cicciona"
Anche lei con le sue aspirazioni da cicciona è il mio orgoglio



mercoledì 16 settembre 2015

Silenzio

Sto facendo un po' di silenzio, e per una come me è un evento raro.
Le cose riescono a restare più in me, non avverto forte come prima il bisogno di farle uscire.
Tutto qui.
Sto bene comunque.
Stiamo bene noi.
Abbiamo viaggiato quest'estate e abbiamo trovato la quadratura del cerchio fra i bisogni di noi adulti e quelli dei nostri bambini.
E' stato bello. Molto.
Anche questa volta ripartirei domani.
Questo ti lascia dentro un bel viaggio.
Lavoro. Ho un nuovo incarico e un livello in più.
Del mio mondo protetto di amore non dico nulla, perchè lo voglio tenere un po' per me.
Perchè è talmente bello e delicato che voglio tenermelo dentro.
Faccio Silenzio quindi.

mercoledì 29 luglio 2015

Giorni di solitudine 2

Giorno 2

Mi sveglio alle 6. Rumori di tv dalla casa vicina.
Un pezzo di melanzana fra i denti mi ha fatto gonfiare la gengiva.
Ma come è nessuno mi ha detto che avevo 'sto tronco nero in un dente ... eh no nessuno lo ha visto.
E ho la gengiva gonfia.
Se ci fosse stato lui e mi avesse detto che avevo un tronco nero fra i denti mi sarebbero girate ...
invece magari mi avrebbe evitato la gengiva gonfia.
Questa medaglia ... troppe facce.
Lavatrice da stendere.
Colazione al bar
Mercatino. Scarpe per le donne di casa e giochi per sopravvivere a un lungo viaggio con due bimbi.
Lavoro, affronto un mostro troppo a lungo ignorato.
Esco e giro libera per negozi.
Voglia di birra.
Sono sola.
Mi sento sola.
Chiamo e mi autoinvito da raggiodiluna e finiamo a fare conti che non vorremmo fare fino a mezzanotte.
I capricci di una bimba quando sei sola a gestirli pesano come macigni.
... e penso a chi lo ha fatto per tutta la vita.
Vorrei domandare "è stato stancante?", ma i numeri vincono.
3 donne, una calcolatrice, 2 iphone, 1 excel ... non torna nessun numero.
Rientro a casa, lavatrici da ritirare, lavatrici da stendere, quello resta uguale, anche in una casa vuota.
Ho fatto la bustina dell'umido, un'altra libertà.
Mi addormento tardi e mi sveglio presto, i rumori si sentono tutti ... e la casa non sembra casa così.


martedì 28 luglio 2015

Giorni di solitudine

Tutti al mare, io in città.

Giorno 0
Compro "la repubblica", leggo mezzo articolo in traghetto, poi dormo.
Vado in bagno senza nessuno che mi chiami.
Mi faccio uno chignon.
Trucco gli occhi.
Metto una gonna lunga nera.
Vado alla festa del quartiere che amo e che si affaccia su casa dei miei.
Vedo il mare, mi ricordo del mare di Francia.
Vedo le stesse facce fare ancora le stesse cose.
Alcuni di loro hanno dei bimbi per mano o nel marsupio.
Vedo donne di 50 anni belle, a loro agio, innamorate e felici, libere.
Io a meno di 40 anni mi sento bella, un po' impacciata, innamorata ma malinconica, e anche un po' incazzata, in pratica non libera.
Neanche stasera.
Ceno con popcorn, mandorle caramellate e vino.
Manca la birra fredda.

Non sento la loro chiamata, richiamo che già dormono, mi viene l'appucundria.
Mi viene anche il mal di schiena.
Non ho più l'età per sedermi sui gradini ... poi ho il terrore delle blatte.
Mi sento vecchia.
Li vedo ballare, sono belli, ma io ho mal di schiena.
Torniamo a casa.
Io e l'unica amica che mi resta della mia precedente vita in questa città.
Lei è venuta per traslocare, torna a vivere nella mia vecchia città.
Mangio un gelato, lei no, ha già dato nel pomeriggio, dice.
Nocciola trilobata.
Un gusto solo, per afferrarne bene il senso.
Ancora ci penso.
Estasi pura.
Guardiamo i bimbi giocare, ignari delle blatte.
Ci salutiamo come se ci dovessimo vedere domani.
L'ho salutata in altri traslochi, è sempre tornata, uguale a prima.
Quasi quasi spero per lei che questa volta non torni, o almeno non torni uguale a prima.
Torno a casa, apro la porta a chiave, richiudo la porta a chiave dietro di me e mi fa così strano che tutto si riduca così, che nessuno debba entrare più.
Faccio tardi, pensieri brutti, mi intossico la prima notte da sola.

Giorno 1
Mi sveglio tardi, intossicata.
Ci metto una vita a cucinare il mio pranzo disintossicante, sperando che agisca su corpo e spirito.
Apro la porta con le chiavi e la richiudo alle mie spalle, mi fa sempre strano.
Esco di casa in ritardo anche se non ho dovuto pensare ad altri che a me.
Lavoro col pensiero a chiccodigrano che il giorno prima giocava con le onde con dei bimbi più grandi di un anno ... e fra 5 e 6 anni c'è una bella differenza.
Lui è sicuro fra le onde senza braccioli, ma io no.
Covo paura.
Penso a papaverina con la corona di fiori e al suo sorriso invadente.
Penso a chiccodigrano arrabbiato.
Penso ai vari acciacchi sull'isola.
Lavoro.
Finisco tardi, vado, piango, parlo, rido, capisco.
Lui è ancora arrabbiato.
Io dispiaciuta.
Li vedo, che belli che sono in quel giardino.
Provo a comprare qualcosa per me sola, i negozi chiudono davanti a me.
Torno a casa, apro con le chiavi, chiudo con le chiavi e mi sono già scocciata di questa stranezza.
Resto con le persiane tutte abbassate e mi spoglio, nuda e giro per casa nuda scegliendo i vestiti da mettere in valigia per me e per loro.
Si fanno le 23, ho fame, arrostisco melanzane, mangio melanzane ... ancora disintossicante... speriamo funzioni.
Seguo i miei bisogni e i miei desideri, solo quelli, nel silenzio più totale, non accendo radio, nè tv, nè stereo, nè altro.
Silenzio.
 Mi addormento davanti alla tv, poi rotolo nel letto e dormo.

martedì 7 luglio 2015

I grandi classici

sera, nel lettino, lui si gira come per addormentarsi e dice:"mamma tu lo ami papà?"
Io "si Chicco, certo lo amo"
chiccodigrano " e non lo butti nella spazzatura?"
Io "No Chicco, no ... ma perchè dovrei buttarlo?"
chiccodirgrano "perchè a me non pensi mai".

i grandi classici - Edipo re

mercoledì 17 giugno 2015

Lei balla da sola

Le imprese.
Adoro le sue imprese.
Lei svuota il mare.
Lei riempie di sabbia il mare.
Lei prepara gelati per tutti: gusto piede, gusto casa, gusto treno.
Lei fa un bagnetto.
Lei va a prendere l'acqua.
Lei fa una piscina.
Lei distrugge la piscina.
Lei si perde, cercando i giochi sotto ad ombrelloni decine di metri più in là.
Lei esplora la battigia in cerca di altre bimbe con i braccioli.
Una giornata al mare con papaverina.
Ha 3 anni e l'autonomia di una quindicenne quando è al mare.
Era già così anche a 2 anni.
La amo molto.
Questo è uno dei motivi per cui io la stimo, stimo la mia bimba treenne.
La stimo anche per il suo sorriso, per le sue risate, per il suo umorismo surreale.
La stimo talmente tanto che ho paura di snaturarla con regole troppo rigide.
La stimo talmente tanto che ho paura di crescere una selvaggia senza regole rigide.

Intanto lui decide, da solo, che non vuole usare i braccioli.
Il mio Mr Brave si tuffa in acqua, va con la testa sotto, nuota sotto e sopra l'acqua, gioca anche con i cavalloni.
Fa tutto da solo e lo fa egregiamente.
Dopo una settimana, mi addormento con immagini di lui in acqua e un terrore serpeggiante.
Ho paura, ora dopo una settimana, della sua sicurezza.
Ho paura, ma molta stima del suo coraggio.
Lo stimo talmente tanto che ho paura di soffocarlo con le mie paure.
Lo amo talmente tanto che ho paura per lui.

Lei balla da sola ... e lui le va dietro.
E' questo essere fratelli.


lunedì 8 giugno 2015

Risveglio domenicale

papaverina "è giorno?"
noi "nooooo"
papaverina "è giorno?"
noi "noooooo"
papaverina "è giorno?"
noi "abbiamo capito ... si è giorno!"
papaverina "yeeeee"

lamiadolcemetàtuttadunpezzo "papaverina mi dai un bacio?"
papaverina "NO"
chiccodigrano "Papaverina sei immensamente scortese".
cose da non dimenticare

mercoledì 3 giugno 2015

2 Giugno 2015

ore 21:20 in auto, di ritorno da un weekend lungo al mare e da una festa importante in cui pensavamo avesse utilizzato tutte le sue energie vitali, si sente una voce dal sedile posteriore:
"Mamma, papà ... come è nato tutto?"
...
Eccoci, ora inizia il difficile.

martedì 26 maggio 2015

Quelle cose solo tue

Oggi ho vissuto una cosa solo mia.
Tornavo a casa con la spesa.
Ero a 10 metri da casa e all'improvviso ho sentito un rumore strano. Un ticchettio.
Pioggia su un motorino.
Solo su un motorino, non il mio.
Ho guardato in alto, mi sembrava un posto impossibile da innaffiare per errore.
Infatti.
C'era un metro quadrato di pioggia che cadeva. 
Una parte di nuvola minuscola rilasciava pioggia, intorno no.
Mi sono guardata intorno, cercavo qualcuno a cui dire "visto? Assurdo!". Nessuno.
Nella scuola di russo hanno continuato a studiare il russo, nelle case hanno continuato a far cenare i bambini.
Nessuno.
Solo io e il mio metro quadrato di pioggia ... e ho iniziato a ridere ad alta voce, tanto ero sola, nessuno mi avrebbe preso per pazza.
E' durato 15 secondi, forse 20.
A un certo punto e' arrivato Il biondo che di sente Patrick Swayze in Point Break che abita nel palazzo dopo il mio. 
Io ridevo ancora.
Lui è passato, ha  cercato le chiavi ed è entrato a casa.
Il metro quadrato di pioggia e' rimasto solo mio.
Se non ci fossi stata io non sarebbe mai esistito.
E invece mi ha rischiarato una giornata uggiosa, strano per una pioggia.

PS Oggi è la giornata mondiale dei nerds.
Io sono una nerd dentro, e anche fuori se poi rido senza vergogna per uno strano fenomeno meteo davanti al biondo clorato di turno.
Auguri nerds!

lunedì 18 maggio 2015

Piccoli bimbi crescono ...

Lei fa 3 anni ... "vedi mamma sono brava, scendo da sola come bimba grande"
Lui si innamora ... di nuovo ... di un'altra ... "ma tanto raggiodiluna è la mia amica per la pelle, e io sono il suo maschio preferito, invece bimbafashion mi vuole sposare ... finalmente qualcuno che mi vuole sposare!!!"
Ma che diceeeee????
In realtà tutte lo vogliamo sposare perchè è un romantico lui.
... e dopo aver attaccato tutte le bambine della classe alla ricerca di baci in bocca, ... una sua comoagna di classe quando lo vede si copre le labbra e dice "NO NOOO LE MIE LABBRA NOOOO ... ha trovato "la sposa"

Nei loro occhi l'emozione per la novità, per la scoperta,
Lei -"Oggi sono io la festeggiata" Lui l'abbraccia e la bacia (la mena anche eh) ma non soffre le attenzioni verso di lei.
Io sono fiera e felice e innamorata.
Per fortuna lei, una volta interrogata ha detto che lei il fidanzato non ce l'ha.
Che dei 4 bimbi in classe, uno la picchia e non va bene (ottima educazione emotiva la nostra)
i gemelli sono monelli e non vanno bene (che culo sai che macello con due gemelli? )
e l'ultimo picchia i gemelli e non va bene (ma  arriverà l'attrazione per i belli e dannati...)
Per ora mia figlia ha capito tutto della vita.
Lui invece brama amore come se fosse una droga ... in realtà già parla di quando avrà figli e anche di quando diventerà nonno.
Ieri sera lui si è addormentato emozionato e felice perchè l'avrebbe vista oggi e lei stanca e sfinita per essere salita per la prima volta su dei pattini e per aver spento magistralmente le sue candeline.
Io sono crollata dietro di loro ... con il solito fisso pensiero di ogni sera.
I miei piccoli bimbi crescono ... troppo.



martedì 12 maggio 2015

Sturm und drang

Io e lui siamo sturm und drang.
Tempesta e assalto.
Creatività romantica.
Guardo una foto di mia figlia a un anno, in braccio a me, lei è nuda, ha appena fatto il bagno a mare, felice. 
Occhi di ghiaccio che ti ridono dentro.
Penso che forse il nostro contrappasso alla rovescia per l'essere così tempestosi e conflittuali sono quegli occhi di ghiaccio e quelli di miele di suo fratello.
Io e lui difficilmente portiamo a casa una giornata senza una tempesta, ma poi i piedi si cercano di notte e in noi due vive una potente creatività pre-romantica.
Avrei voglia di conoscere un altro mio figlio, ma anche altri due o tre.
Non ho la forza di farli, ma come li conoscerei volentieri.
Passiamo notti insonni a rodere dentro, urliamo e ci pungiamo, ma la nostra tempesta crea meraviglie, è il nostro contrappasso alla rovescia e sarà eterno.


venerdì 8 maggio 2015

dei gruppi di mamme su what's app

E' tanto che ci penso ...
Questo fenomeno mi travolge e mi sconvolge.
Alle porte della festa della mamma (che non è la festa delle mamme però) devo eviscerarlo.
Già un gruppo di mamme che si incontrano dal vivo può generare mostruosità, cosa può fare un gruppo di mamme che non si vedono e quindi non hanno paura della sopraffazione fisica è al di là dell'immaginazione.
Quest'anno, avendo due figli a scuola, faccio parte di due gruppi what's app di mamme di compagni di classe e ho anche un gruppo parallelo ad uno dei due con mamme simili a me in cui sparlare di quello che succede sul gruppo ufficiale, se aggiungi a questi 3 il gruppo con i fratelli, con le amiche, con nonna e cognato ... ho quotidianamente un'attività parallela alla mia giornata lavorativa, molto complessa da gestire con continuità.

Al di là dell'impegno continuo, i gruppi di mamme mi stanno davvero travolgendo e sconvolgendo.
E' tutto iniziato quest'anno ed è già troppo per me.
In un gruppo già a Novembre si rischiò la rissa, io personalmente rischiai la rissa, perchè poi io sono un po' zolferina, soprattutto se non ho un viso con cui colloquiare a moderarmi.
Allora il tema fu la festa di Halloween, da allora si sono succedute semi-risse sui vestiti per il saggio, semi-risse sui pidocchi, semi-risse sui vermi intestinali, semi-risse sui regali alle maestre, semi-risse sulle collette per i rotoloni.
La cosa peggiore è che ogni volta dico ... no basta, non rispondo e poi ... non ce la faccio è più forte di me e rispondo ... o ancora peggio risponde lamiadolcemetàtuttadunpezzo che esplode e abbandona i gruppi.
I padri non resistono.
Scappano.
Ci lasciano sole e noi ci azzuffiamo in una lotta nel fango virtuale senza vincitori nè vinti.
Ho un'amica che se non guarda il telefono 3 ore può trovare 300 messaggi sui gruppi di mamme ... non è umano, non è normale.
Aiutateci
Le mamme da allora mi fanno ancora più paura ...
Se mi incontro di notte nello specchio, ho un sussulto.

mercoledì 6 maggio 2015

Ma a me ...

nel senso ... sempre che io non posso lamentarmi perchè sono fortunata ho un lavoro e un compagno collaborativo che è anche un padre estremamente presente e fattivo, ma cacchio ogni tanto  mi voglio lamentare pure io, pure io che non dovrei lamentarmi perchè ...

Ma a me ... chi ci pensa a me?

Io penso al pranzo, alla cena, alle lavatrici, a preparare le cose da stirare, ai piatti da portare a scuola a questo stracacchio di secondo da portare a parte, alle merende da preparare, alla mia dieta, al trovare il tempo per correre, a far essere felici e sereni tutti, a pensare alla festa di papaverina, a ricordarmi dell'oculista, a organizzare l'estrazione del mio dente senza intaccare col mio dolore nè giornate di lavoro nè weekend al mare, a essere magra, senza peli e con mani e piedi perfetti, a fare l'angelo del focolare, preferibilmente sorridente e gioiosa anche se sei arrivata a casa con la lingua di fuori perchè in ufficio ti sei fatta un mazzo così e la spesa e il motorino carico che fai ridere e i vestiti in lavanderia e le valigie da fare e il cambio di stagione e ... sorridi, automa, col cervello totalmente a folle, col sorriso ebete da monkey mind ossessionata da vestiti e borse ... ma poi perchè ho una vittima di shopping compulsivo che si appropria del mio cervello?.

Entri e loro chiedono, non li vedi da ore e giustamente chiedono e tu ... tu chiedi anche tu e hai ragione e poi tutti a dirci che sbagliamo: dedichiamo troppa attenzione ai bambini e poca ai nostri uomini, che dovremmo ascoltarli di più, sentirli di più, coccolarli di più, farli sentire più amati ...ma poi ... i bimbi vanno a correre felici senza me, a mangiare gelati senza me, vanno alle feste senza me, anche in piscina andavano senza me ... e poi non penso mai abbastanza a te e ...
e corri e ti affanni e la coperta é sempre troppo corta e ...

Ma a me,
chi è che ci pensa a me?
Ve lo siete mai chiesto?

giovedì 9 aprile 2015

Poesia mattutina

"mamma sei tu il pianeta su cui ricominciare ... con gli abbracci"
Buongiorno mondo
Grazie sig. Finardi

mercoledì 25 marzo 2015

Riferimenti

Tutti noi abbiamo dei riferimenti.
C'è per tutti quel "collega che mi ha detto che ..." o quella "mia cognata che fa così...".
Esistono per tutti noi quelle persone che sanno tutto e che sono delle autorità nel nostro immaginario.
In casa nostra ne abbiamo accolto uno nuovo.
Ed è già battaglia.
E' arrivato Giuliano.
Giuliano sa tutto di squali.
E va bene, molto dura da accettare ma va bene.
A nulla serve sbandierare sotto al naso di mio figlio la mia lunga formazione adolescenziale a base di documentari di Jacques Cousteau, la mia laurea quinquennale in Scienze Ambientali Marine, il mio dottorato in Scienze ed Ingegneria del mare e nemmeno google.
Se Giuliano dice che il martello dello squalo martello non è nè un organo sensoriale nè natatorio bensì un'arma di difesa, nessuno vince con Giuliano.
Poi certo mi ci metto anche io con i miei "alcuni dicono che ...  per altri invece ..." io ho il dubbio della scienzia, Giuliano ha la certezza del bambino.

Poi tutto inizia con una sfida, in genere appena metto piede a casa dopo il lavoro.
Esempio di ieri sera:
Lui "mamma, ma va più veloce Italo o Freccia Rossa?"
Io "Chicco, credo Italo, l'altro giorno abbiamo visto quel documentario, lo dava come il treno più veloce, ti ricordi?"
Lui urla "Nooo mamma ",
poi abbassa la voce come se mi stesse rivelando un enorme segreto e mi stesse accogliendo nella setta dei sotuttoio "va più veloce Freccia Rossa".
Io "Chicco ma il documentario ..."
Lui "Nooo mamma lo ha detto Giuliano, tu non lo sai, lui lo sa".
E va bene Giuliano sa tutto anche di treni veloci.
Poi ha continuato ...
Lui "Poi lo sai che se il Napoli non va in serie B, sparisce completamente, non esiste più"
Io "aspita vuoi far venire un coccolone ai nonni?, ma no non sparisce non è vero e poi non va in serie B"
Lui "E quindi se sparisce, io tifo Lazio. LAZIO LAZIO LAZIO"
eh va bene cedere il passo ad un esperto tuttologo come Giuliano, ma cedere anche a Simone è troppo.
E vai a insistere "Chicco ma Simone ha i nonni, gli zii, i cuginetti di Cassino, nel Lazio, noi siamo di Napoli, Campania, noi non tifiamo Lazio, ma Napoli, i nonni gli zii non reggerebbero a questa notizia".
Lamiadolcemetàtuttadunpezzo per fortuna non ama il calcio, ha già spiegato a Chicco come la sentenza Bosman lo abbia fatto disamorare.
e lui "LAZIO LAZIO LAZIO".

Mio figlio è cresciuto, non sono più io il suo unico faro e comincio a perdere anche in campi in cui so dire la mia, e va bene sui treni, e va benissimo sul calcio, ma che non mi creda sugli squali mi uccide.
e mi ucciderà un pezzettino alla volta fino al
"Ma che ne sai tu di me mamma"
e arriverà lo so che arriverà.



lunedì 23 febbraio 2015

Sci

Sabato ho sciato.
Ho preso la seggiovia da sola, un po' timorosa nei gesti, ma con un sorriso ebete stampato in faccia.
Sono arrivata su e ho seguito la freccia che indicava una pista rossa "la favolosa", come resisterle?
Effettivamente è stata favolosa.
Sono arrivata a un bivio, due frecce, una indicava una pista rossa, che sarebbe arrivata dove c'erano i miei bambini e la miadolcemetàtutadunpezzo a giocare con loro in mia attesa, dall'altra una pista nera "delle gemelline" che mi avrebbe riportato ai piedi di quella seggiovia pronta per un'altra pista, sola.
Ho fatto la nera, ero sola.
La neve appena battuta, altri due o tre sciatori erano passati prima di me, ne incrociavo le scie.
Sono andata veloce, veloce come quando ero bambina e a scuola sci mi chiamavano speedy gonzales.
Sono scesa veloce e inseguivo il mio sorriso.
Sono risalita e ridiscesa ad inseguire il mio sorriso, la libertà che spesso mi manca.
Sono stata egoista per un'ora e quel sano egoismo è stata la cosa migliore che potessi fare per tutti.
Sono la regina del senso del dovere e del senso di colpa, metterli a tacere è difficile e quando ci riesco è sempre bene approfittarne.
E' anche questo è stato un'esempio di serendipity, cercando la mia felicità mi sono imbattuta in quella di tutta la mia famiglia, che è sopravvissuta e anzi si è rinsaldata senza di me, più che se avessi scelto pensando solo a loro.
Grazie gemelline.




mercoledì 18 febbraio 2015

Ci sono cose che non si dicono ...

... ma io qua, già l'ho detto, dico quello che mi pare.
Ieri mattina ho portato chiccodigrano in ufficio, colorava alla scrivania enorme delle riunioni, con i suoi piedi penzoloni sulla sedia girevole, ogni tanto veniva a darmi un bacio, a mostrarmi un disegno, ha frugato nei cassetti e si è portato a casa una scheda elettronica, un connettore neon, dei post-it (e anche un regalo dai capi) come se fossero dei segreti tesori.
Il suo sorriso, il mio sorriso ... aria pura.
Poi sono riuscita anche a strappare mezz'ora solo per me prima di tornare a casa ...
Sono arrivata a casa alle 19 e papaverina era in braccio al suo papà nervosa, col broncio, sfinita, mi ha guardato, mi ha visto ... ha chiuso gli occhi e si è addormentata ...

Adoro quella bambina, è parte di me, di noi ... è un vulcano e riempie la casa dal momento in cui si sveglia a quello in cui si addormenta.
Ora inizia la parte che non si dice ... quindi se volete fermatevi qui.
Ogni tanto però un po' di vuoto in casa regala respiro ed appartenenza a sé.
Dalle 19 alle 21:30 ho potuto:
  1. parlare con lamiadolcemetàtuttadunpezzo senza essere interrotta ogni 10 secondi;
  2. cucinare un risotto con due mani, senza lei fra le braccia;
  3. leggere una favola a chiccodigrano senza essere interrotta ogni 5 secondi con domande tipo "e questa chi è? ", "ma lo sai che oggi a scuola ho detto la poesia?";
  4. cucinare le polpette per oggi senza assistenti cuochi, e solo uno fra i due (lasciando sottilmente capire chi fra i due) spalma più carne macinata sul muro che nella pentola;
  5. dire a bassa voce alla mia dolcemetatuttadunpezzo "non si dicono queste cose, ma lo senti che pace?";
  6. mangiare senza l'arrivo dell'idrovora dal salotto che dice con sguardo furbissimo  "cosa state mangiando?", "posso avere un pochino?", "è buono mamma", "ancora", "ancora", "ancora";
  7. sentire un telegiornale;
  8. riparlare con la miadolcemetàtuttadunpezzo ;
  9. vedere" un posto al sole";
  10. pulire la cucina senza lei a rotolarsi fra i miei pied.
 Alle 21:30, si è svegliata, aveva sete e doveva fare la pipì; ha fatto tutto e a quel punto li ho rimessi a letto tutti e due.
Ho letto favole per almeno 40 minuti, si è spalmata addosso senza lasciarmi il fiato, l'ho coccolata, le ho chiesto di raccontarmi della sua giornata, ha cantato una canzone senza senso da lei composta e mi ha fatto l'imitazione di babbonatale più comica del mondo.
L'ho amata di un amore gioioso.
Avevamo fatto spazio.
Non è una questione di età, è una questione di personalità (e voglio essere gentile a chiamarla così).
Le personalità così invadono e mettono a ferro e fuoco il mondo.
Come le dico sempre la sera mentre dorme all'orecchio, lei è una forza della natura e il mondo sarà suo.
Sono fiera di lei e sono la donna più fortunata del mondo ad averla, ancora di più se ogni tanto mi lascia respirare al mio ritmo, ma ciò non toglie che mia figlia è un'adorabile, incredibile rompipalle.



mercoledì 28 gennaio 2015

femminilità centaura

Sono sul motorino.
Ho il verde, passo.
Dalla mia destra si infila davanti a me un esemplare di essere umano giovane, di sesso femminile, privo di casco.
La signorinaè carina, curata e mi taglia la strada lentamente, andavamo a 2 all'ora tutte e due, senza neppure buttare l'occhio nella mia direzione, tranquilla più che spavalda, lei aveva il rosso.
Ella prosegue con fare incerto zigzagando davanti a me, pensando più alle vetrine e alla sua coda di cavallo bionda che al traffico cittadino.
Dopo un po' decido di agire.
Piccolo colpetto di clacson e sorpasso.
Dalle mie spalle sento arrivare la seguente esclamazione:
"Che sf@##*§§ vuo'?"
la signorina ha utilizzato una forma gergale, che suonerebbe fastidiosa anche in bocca al più becero degli uomini.
E' da allora che mi faccio domande sulla femminilità, sulla sua origine e sulle sue sfumature.
Non è un aspetto curato che rende femmine, non lo è neppure un atteggiamento sottomesso, non lo è sicuramente un' offesa a freddo del genere.
In passato mi è stato detto che femminilità è accoglienza.
Io credo che sia così, ma anche che mascolinità è protezione ...
quindi cosa era quella aggressività?
forse era bestialità.
Mi sa di si.


venerdì 16 gennaio 2015

Neve

Quando ero piccola e faceva freddo e passavo le giornate sulla neve mi si faceva la pelle tesa, le gote rosse, mi uscivano le lentiggini sul naso e mi splendevano gli occhi.
"Sembri la principessa delle nevi" mi diceva mia mamma.
Domani vedrò la mia  principessa delle nevi incontrare il suo elemento e lui capirà per la prima volta cosa vuol dire davvero "avere il potere del ghiaccio e del freddo".
Sono felice.
Grazie

lunedì 12 gennaio 2015

4 gennaio 2015

Non ascolto Pino Daniele da tanto, o meglio non ascolto musica scelta da me da tanto ... sono sterile da questo punto di vista ultimamente e me ne vergogno ... anche nella lettura lo sono.
Lettura e musica erano sempre state protagoniste della mia vita famigliare.
Mia madre con un libro in mano dentro al letto con la lucina è un'immagine abbastanza costante della mia "buonanotte" da grande, quella in cui sei tu che vai a dare la buonanotte, non lei che viene col bicchiere d'acqua a dire "buonanotte al secchio".
La musica era negli "intillimani" a tutto volume il sabato mattina, in quel disco con la copertina colorata, nella puntina che gracchiava e in mio fratello che se ne impadronì e decise lui la musica per tutti noi col volume allucinante che teneva per molti anni e scelse solo "beatles" per un bel po' ... una venerazione allucinante, ai limiti dell'ossessione, per lui e della disperazione per noi.
Purtroppo non ho portato questa buona abitudine a casanostra e me ne vergogno. Anzi no, a leggere leggo sempre, ma poco per me e molto per loro e ogni sera se ne vanno pagine e pagine da libri vari nel loro letto.
Per quel che riguarda la musica è lamiadolcemetàtuttadunpezzo che mette musica nelle mattinate casalinghe del weekend, raramente lo sono io ... anche perchè poi a volte me ne esco con cose del tipo "sono nostalgica, ho voglia di sentire Raf" ed eccoci con me che urlo "cosa resterààààà di questi anni '80" mentre spazzo in cucina ... allora ci credo che preferisca tenere lui il timone della scelta.
Insomma Pino Daniele lo abbiamo sentito in casanostra, ma poco e sempre perchè lo ha acceso lui, forse c'è poca roba su spotify e noi dipendiamo da lui ormai, ma insomma è tanto che non lo ascolto.
Ed ora non ho il coraggio di farlo.
Perchè è morto, pochi giorni fa e io scrivo ora perchè ora riesco a scriverne, ma non pubblico ancora perchè per ora non ce la faccio a rileggere.
Da bambini abbiamo vissuto lontano da Napoli e abbiamo anche viaggiato verso il veneto e di ritorno da lì quando andavamo dai nonni e Pino Daniele ci accompagnava sempre nel passaggio del confine della Campania con "Terra Mia".
Fra le cassette consumate in quelle 10 ore di viaggio a salire e a scendere c'era una sua cassetta, non saprei quale, quella con "Je so pazz"e il suo finale catartico, il cui impatto su noi bambini era stupefacente ... mi è stato ricordato da lui.
Noi il napoletano lo abbiamo sempre parlato poco, con mamma che lo capiva, a volte anche meglio di noi, ma non lo parlava, in casa abbiamo sempre parlato italiano.
Il Pino Daniele della mia infanzia invece parlava un napoletano spinto ed è stato lui ad insegnarmelo.
Ero affascinata e un po' spaventata da questo linguaggio a me estraneo, da quella voce stranamente femminile da quei capelli lunghi da leone. E, come tutte le cose che spaventano, più mi spaventava, più mi affascinava, come quella figurina di Maradona, con quei ricci e quegli occhi neri neri che ti fissavano dall'album Panini.
Poi mi sono innamorata, il primo amore da ragazzina e sotto la pioggia ho sentito con lui "quanno piove" il 13 giugno 1994 al Sanpaolo e quel giorno venne davvero a piovere su noi e più tardi piovve sul nostro amore bambino e ascoltando e riascoltando "quanno piove" ho pianto tutte le lacrime che si versano quando finisce il primo amore ...
Poi Pino Daniele per me è diventato quello dell'italiano di "da SanMartino vedi tutta quanta la città col mondo in tasca e senza dirsi una parola ..."e io ora ci abito a SanMartino e ci vado a correre lassù e ogni volta che salgo, guardo giù e dentro me canto quella canzone.
Quel giorno di 20 anni fà al SanPaolo ho vissuto delle sensazioni che mai dimenticherò, fu incredibile.
Pino Daniele non so come faceva, ma ha lasciato in tutti noi che lo abbiamo ascoltato dei ricordi molto vividi, intimamente connessi alle sue canzoni: e quando pensi alla canzone rivivi quei ricordi e ti risenti in quel corpo, quando ripensi a quei momenti risenti la canzone e sei di nuovo là.
Ricordo ancora il caldo nell'auto dei miei mentre cantavamo "che calore, che calore comm coce o sol, dice la chiattona", i torcimenti di stomaco per amore non corrisposto nella stanza di mio fratellogrande, che era già all'università, il divertimento connesso a "Je so'pazz" tutti e tre nel retro dell'alfetta, la malinconia di quel "Terra mia" ascoltato in silenzio gomito a gomito ma in stanze diverse della stessa casa troppo vuota.
Insomma è tutto vivo e presentissimo in qualche parte della mia testa e del mio stomaco.
E ho notato che non sono la sola ad avere tutto così vivo.
Io oggi ho paura di ascoltare Pino Daniele perchè potrebbero risvegliarsi altre emozioni di nuovo vivissime e potrei ritrovarmi a 10, 15, 20, 30 anni di nuovo con lui nelle orecchie e e man rint' a sacc ... e potrei piangere le lacrime della bimba di 10 anni, dell'adolescente di 15 della ragazzina di 20 e della donna di 30 anni, che ha perso il leone che cantava con la voce da bambina.
E lui ieri sera si è messo nel letto al buio, con le cuffie nelle orecchie e cantava e cantava ... e andava, e l'ho lasciato solo nel suo corpo di qualche anno fa al volante di un'auto calda che attraversava Italia, Francia e Spagna con tutta la vita dietro l'angolo.

venerdì 9 gennaio 2015

Febbre mammona

La febbre mammona non passa.
O meglio il termometro è calato, la mammonaggine stabile a valori altissimi, al grido di un fierissimo
"si io sono mammone".
Posso allontanarmi da lui eh ... ma se mi vede vicino alla porta corre e dice "mi fai uno scherzetto eh ... " come se me ne scappassi via in silenzio. Cosa mai fatta in 4 anni e 6 mesi di sua vita.
Posso anche uscire di casa eh, ma devo telefonare da sotto al portone.
Posso lasciarlo anche a scuola eh, ma devo mandare un sms alla maestra all'altezza del cancello.
Può anche accompagnarlo il papà a scuola eh, ma dobbiamo restare in contatto via walkie talkie finchè tiene il segnale.
Insomma ho proprio una grande libertà di movimento ... da lì capirete che la mia ciocca di capelli bianchi domina la mia capigliatura ... a meno che io non decida di portarmi un bambino di 4 anni dal parrucchiere ...
e questi sono precedenti che non vanno mai MAI MAI creati.

Lo so che il mondo va a pezzi, che dei pazzi sparano al centro di Parigi a degli uomini che li prendevano in giro e io parlo dei miei capelli, ed è molto politicamente scorretto, ma questo è il mio piccolo mondo e spazio per storie del genere qui oggi non ce ne è, fatemi essere almeno qui ridicolamente frivola.

giovedì 8 gennaio 2015

Befana

"Mamma se ero adulto ai tempi dei treni a vapore, facevo il monello così la befana mi
portava il carbone, lo mettevo nel treno e pilotavo il treno a vapore ...
Ed ero felice del carbone eh"

già gira la frittata il ragazzo

domenica 4 gennaio 2015

Ai birrai di famiglia

E poi una sera esci e torni tardi e entri a casa e la casa odora di sonno e li vedi tutti e tre nei loro letti e li ami talmente tanto che li guardi e li riguardi e ... capisci che hai bevuto troppa birra.
E allora dentro te brindi un'altra volta a chi quella birra te l'ha spillata e a chi quella birra con te l'ha bevuta, perché sono parte di quell'amore e dici loro, come lo dici a te, che tutto viene per una ragione e che abbiamo tutti davanti il tempo per capirlo. 
Dobbiamo solo conservare un po' di pazienza per farlo.