martedì 28 luglio 2015

Giorni di solitudine

Tutti al mare, io in città.

Giorno 0
Compro "la repubblica", leggo mezzo articolo in traghetto, poi dormo.
Vado in bagno senza nessuno che mi chiami.
Mi faccio uno chignon.
Trucco gli occhi.
Metto una gonna lunga nera.
Vado alla festa del quartiere che amo e che si affaccia su casa dei miei.
Vedo il mare, mi ricordo del mare di Francia.
Vedo le stesse facce fare ancora le stesse cose.
Alcuni di loro hanno dei bimbi per mano o nel marsupio.
Vedo donne di 50 anni belle, a loro agio, innamorate e felici, libere.
Io a meno di 40 anni mi sento bella, un po' impacciata, innamorata ma malinconica, e anche un po' incazzata, in pratica non libera.
Neanche stasera.
Ceno con popcorn, mandorle caramellate e vino.
Manca la birra fredda.

Non sento la loro chiamata, richiamo che già dormono, mi viene l'appucundria.
Mi viene anche il mal di schiena.
Non ho più l'età per sedermi sui gradini ... poi ho il terrore delle blatte.
Mi sento vecchia.
Li vedo ballare, sono belli, ma io ho mal di schiena.
Torniamo a casa.
Io e l'unica amica che mi resta della mia precedente vita in questa città.
Lei è venuta per traslocare, torna a vivere nella mia vecchia città.
Mangio un gelato, lei no, ha già dato nel pomeriggio, dice.
Nocciola trilobata.
Un gusto solo, per afferrarne bene il senso.
Ancora ci penso.
Estasi pura.
Guardiamo i bimbi giocare, ignari delle blatte.
Ci salutiamo come se ci dovessimo vedere domani.
L'ho salutata in altri traslochi, è sempre tornata, uguale a prima.
Quasi quasi spero per lei che questa volta non torni, o almeno non torni uguale a prima.
Torno a casa, apro la porta a chiave, richiudo la porta a chiave dietro di me e mi fa così strano che tutto si riduca così, che nessuno debba entrare più.
Faccio tardi, pensieri brutti, mi intossico la prima notte da sola.

Giorno 1
Mi sveglio tardi, intossicata.
Ci metto una vita a cucinare il mio pranzo disintossicante, sperando che agisca su corpo e spirito.
Apro la porta con le chiavi e la richiudo alle mie spalle, mi fa sempre strano.
Esco di casa in ritardo anche se non ho dovuto pensare ad altri che a me.
Lavoro col pensiero a chiccodigrano che il giorno prima giocava con le onde con dei bimbi più grandi di un anno ... e fra 5 e 6 anni c'è una bella differenza.
Lui è sicuro fra le onde senza braccioli, ma io no.
Covo paura.
Penso a papaverina con la corona di fiori e al suo sorriso invadente.
Penso a chiccodigrano arrabbiato.
Penso ai vari acciacchi sull'isola.
Lavoro.
Finisco tardi, vado, piango, parlo, rido, capisco.
Lui è ancora arrabbiato.
Io dispiaciuta.
Li vedo, che belli che sono in quel giardino.
Provo a comprare qualcosa per me sola, i negozi chiudono davanti a me.
Torno a casa, apro con le chiavi, chiudo con le chiavi e mi sono già scocciata di questa stranezza.
Resto con le persiane tutte abbassate e mi spoglio, nuda e giro per casa nuda scegliendo i vestiti da mettere in valigia per me e per loro.
Si fanno le 23, ho fame, arrostisco melanzane, mangio melanzane ... ancora disintossicante... speriamo funzioni.
Seguo i miei bisogni e i miei desideri, solo quelli, nel silenzio più totale, non accendo radio, nè tv, nè stereo, nè altro.
Silenzio.
 Mi addormento davanti alla tv, poi rotolo nel letto e dormo.

1 commento:

  1. no dico sei pazza???!????
    ma una pedicure in santa pace e un giro di smalto alle mani senza sbavare nemmeno un unghia (per colpa loro!) te lo sei fatto?!?

    ...dimmi di si ti prego...

    RispondiElimina