mercoledì 21 marzo 2012

Di madri e figlie

Quando è morta mia madre ... mamma mia che incipit da brivido, ma si è da lì che parte il mio pensiero, quindi forza e coraggio lettori/rici ...
Quando è morta mia mamma, ho avuto per molto tempo una profonda sensibilità alle mamme con le loro bambine, appena vedevo una mamma con la sua bimba per mano le mie resistenze alla dimostrazione pubblica del dolore cadevano in un batter d'occhi e giù lacrime, sia che fossi per strada, che in un supermercato, che le vedessi dal balcone di casa ecc.
Ora sono passati 5 anni e mezzo ed io aspetto una bambina, che si chiamerà come lei.
Quando aspettavo chiccodigrano e non conoscevamo ancora il suo sesso, questa immagine della mamma con la sua femminuccia per mano mi dava un senso di protezione, di calore ... era uno dei motivi per cui avrei amato avere una femmina, uno dei pochi, perché io allora tifavo per il maschietto.
Ora io aspetto una femmina e questa immagine di me accompagnata da una bimbetta che potrebbe anche assomigliare a me bionda con i codini a spazzola ... non è che mi rassereni più così tanto.
Non lo so, forse ho paura, paura di ritrovarmi a piangere come allora, o forse è perché io ora spazio alla bambina che ero ne sto dando davvero poco ... spazio non ce n'è, sono mamma.
Non sono figlia con nessuno, mio padre ci prova ma sono più io materna nei suoi confronti di quanto possa esserlo lui nei miei, e forse è normale così ... lui è molto paterno, ma non molto materno, e forse anche mia madre non era materna di una maternità classica, non si preoccupava della maglia di lana, del cibo, dell'abbraccio in più ...
Mia madre ha sempre riempito la mia vita di magia e comprensione tramite una comunicazione non verbale estrema, sia che io fossi una piccola bimba con cui faceva finta che la sua sigaretta fosse una lucciola nelle notti d'estate per attrarre quelle vere più vicine, sia che io fossi un'adolescente a cui buttava i vestiti trovati a terra nella cameretta inondata di caos dalla finestra, sia che io fossi una donna ancora non consapevole del suo ruolo a cui ordinava di richiamare lamiadolcemetàtuttadunpezzo, quando dopo un anno e passa di lontananza mai avrei pensato di richiamarlo più ... e invece la sua ultima magia è stata quella di farmela fare quella telefonata; ed è quindi a lei che devo il fatto di avere lui e i miei soli blu, che da dentro e da fuori continuano a riempire di magia la mia vita.

Ma il potere rincuorante del salto sul suo lettone a pancia in giù, imitando fantozzi, mentre lei leggeva uno dei suoi miliardi di libri, per lamentarmi a monosillabi delle mie angosce a volte manca come l'aria.

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