mercoledì 17 settembre 2014

Acqua

Nuotavo.
Non ero brava, avevo il fiatone dopo due vasche, arrancavo, cercavo scuse per fermarmi a bordo vasca prima di ripartire, maledicevo il freddo, la preparazione, i capelli lunghi e il dovere stare attenta a non mettere i piedi nudi a terra ... ma quanto era bello.
Squash, silenzio, rumore, silenzio, rumore, silenzio, rumore alternarsi quieti.
Magari eravamo tanti in corsia e non tutti avevano il mio ritmo, ma chi se ne frega, metti la testa sotto e silenzio, pensieri e silenzio, e te ne freghi anche che ti superino.
Facevo nuoto qui, nella piscina comunale del mio quartiere.
A inizio stagione lo odiavo.
Poi appena avevo fatto il fiato arrivava il freddo e quindi lo odiavo di nuovo.
Poi passava il freddo e arrivava la folla e lo odiavo ancora.
Poi arrivava l'estate e anche se era sera entrava la luce del sole dalle finestre e quindi la piscina chiudeva per l'estate e l'odiavo di nuovo, perchè andavano via il silenzio, il suo alternarsi col rumore, andava via il fiatone, andavano via i pensieri.
Un paio di anni ci andammo noi 2, ma a turni separati perchè sennò mancava l'aria, ma era bello salutarsi a bordo vasca, a volte lui mi faceva la sorpresa e mi aspettava e salivamo sul motorino insieme.

Un anno ci andammo noi 4, all'ultimo turno. A un certo punto una corsia si liberava del tutto e potevamo migrare là e nuotare come se fossimo state in spiaggia d'estate, ma era febbraio e fuori faceva un freddo cane.
Una sapeva davvero nuotare, una aveva riccissimi capelli di cavallo che non si sarebbero asciugati mai e una era l'unica che si ricordava la crema e la usavamo tutte.
Uscivamo da lì strette strette con la scusa del freddo contando le calorie bruciate e decidendo di conseguenza il panino da mangiare.
Alla fine vinceva sempre il binario1, lo mangiavamo, bevevamo una birra e ci infilavamo di corsa sotto terra a prendere l'ultima metro, le vedevo sparire sotto ad una scala mobile: io mi muovevo in direzione di casa dei miei, due verso casa loro e la riccia andava da lui.
Lui l'ha portata via dal binario 1 e l'ha fatta arrivare in Francia, dove poi l'ho raggiunta e ho continuato a nuotare con lei per un anno.
Lì in Francia non si vergognano di niente, nuotavano con le pinne, con la maschera e il tubo, con i boxer e non sempre si asciugavano i capelli loro.
Poi ci mettevamo in macchina, a volte guidavo io per imparare e lasciavamo le silenziose strade di Nizza, che sembrava notte fonda anche se erano le 21 e facevamo la moyenne corniche e lei mi lasciava in piazzetta, mi baciava e tornava da lui, io scendevo le mie scale e arrivavo a casa mia, silenziosa come mai sarà più una casa mia.
Un po' di tempo fa lei mi ha raccontato che il sabato mattina ci portava le sue due bimbe a nuotare nella nostra piscina.
Io ieri ci ho portato mio figlio a nuotare nella nostra piscina.
Lui rideva come lo vedo ridere sicuro solo in acqua.
Sì è vero, verrà l'inverno, a volte si annoierà e dovrò tirarlo per i capelli fin dentro alla piscina, poi non vorrà asciugare i capelli bene e sarà una lotta, ma ieri era così bello lui dentro l'acqua, che a momenti avrei aperto  la finestra da dietro alla quale lo guardavo, avrei scavalcato il muretto, avrei spinto via l'istruttore che lo aveva condotto per mano sotto alla doccia e mi sarei buttata vestita anche io nell'acqua.
Poi in realtà non sarei andata da lui così bello, lo avrei ignorato e avrei raggiunto quella corsia stranamente vuota e lì avrei trovato l'acqua e solo silenzio, rumore, silenzio, rumore, silenzio e rumore.

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