venerdì 26 maggio 2017

Grandi amori

Il primo ricordo che ho legato a lei mi vede nel cortile della nostra casa. All'epoca vivevamo in una casa in campagna, in un minuscolo paese per il lavoro di papà.
Ero nel cortile, che i miei avevano ricoperto di ghiaia bianca, e un collega di mio padre mi insegnava a usarla... Senza le rotelle.
Io ce la facevo.
Sapevo che era il giorno giusto.
Ce l'avrei fatta.
Lui non so chi fosse. Aveva i figli lontani questo lo ricordo. Sarà sempre nei miei ricordi ma non so chi fosse.

Poi mi ricordo quando la usavo per andare e tornare dalla clinica in cui mamma fu ricoverata per il suo primo nodulo al seno.
Era benigno. Io ero ai primi anni di liceo e fu la prima volta in cui lavai i capelli a mia madre. La prima volta in cui fui io a accudire lei.

Poi arriviamo alle fughe nell'ultima estate di mamma. Fino al pontile delle barche. A vedere il tramonto. L'ora d'aria.

Poi sono sulla promenade des anglais, l'ho caricata di spesa e al centro un mazzo di fiori nel sacchetto. In Francia al supermercato vendevano già i fiori. 
Quei fiori in quel vaso in quella cucina con la finestra sul fornello e il tavolo da cafè da uno. Già in due si stava stretti.

Domenica sono risalita su di lei in un bosco con al fianco mio figlio che ama la sua come io amo la mia.

È stato il più bel regalo romantico che lui mi abbia fatto.

Bici ti amo. È difficile incontrarsi, ma da domenica non faccio altro che pensare a te.

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