mercoledì 15 gennaio 2014

Riflessioni di una genitrice ad inizio 2014

Ho tre messaggi che si intrecciano nel cervello e si sovrappongono e si contraddicono, ma so che da qualche parte intrecciando questi tre stimoli, riuscirò a far venire fuori la mia idea.
Ecco i tre messaggi che si stanno e mi stanno confondendo:
il primo è la lettera di Eco a sua nipote di inizio 2014, in pratica Umberto Eco ragionando su quanto la tecnologia si sostituisca a noi, lascia come messaggio a sua nipote, "esercita la tua memoria, impara a memoria alcune cose altrimenti il cervello ti si atrofizzerà come un fico secco"
Consiglio condivisibilissimo.
Ricordo a memoria i numeri dei miei compagni delle elementari, ma ora se dovessi chiamare mio fratello senza il  mio cellulare non saprei farlo perché non so il suo numero a memoria, anche se lo vedo sempre sul display, non lo memorizzo, ho affidato questo compito alla tecnologia e i miei neuroni si sono impigriti.
Magari dovrei stare a sentire anche io Eco e non solo pensare di costringere i miei figli a memorizzare cose a caso. Chiccodigrano ha una memoria di ferro, ma è lui che canta una canzone sentita una volta sola ... non siamo stati noi a insegnargli sta roba qua.
Il secondo stimolo è questo lamento di un matematico, in cui si spara contro la scuola moderna che tortura i  bambini con le briglie della matematica senza trasmetterne il lato più creativo e magico. Sono un'amante della matematica e ho trovato illuminate e affascinante (sebbene sia anche lungo e un po' noioso sul finale) l'articolo e ho ripercorso la mia educazione. Mi hanno mostrato da bambina il lato creativo della matematica, adoravo le dimostrazioni, io le adoravo, certo prima mi hanno insegnato il linguaggio della matematica e poi mi hanno fatto giocare con essa. Ora forse si bombardano i bambini di regole e linguaggi senza affascinarli con il lato creativo ... e forse questo utilizzo delle regole imparate a memoria invece di ...
cavolo ma che scrivo?
ma come?
Eco diceva di imparare a memoria le poesie ed io "bravo bravo" condividi, clic ....
Lockhart dice che dobbiamo liberare dalle briglie di un'insegnamento "a memoria" quello della matematica e io "bravo bravo" condividi, clic ... mmm sono pazza?
Poi arrivano lei e lui e do ragione anche a loro, "bravi bravi" condividi, clic
I due in questione affermano (sulla base di studi di fior fior di pedagoghi ecc) che i bambini oggi sono sommersi di compiti, impegni sportivi o ludico-creativi e non sono lasciati soli a giocare, sperimentare le loro capacità di problem solving e di socialità.
Soli a giocare, SOLI!!!!
per capirci senza una mamma che dica "non picchiare tua sorella, non saltare dal letto, non far finta di avere una pistola, non dire scema, non prendere a martellate tuo fratello, non urlate" esempio generale di quello che mi ritrovo a dire ai miei figli in un'ora di gioco "libero" tipo.
Già perché i bambini di oggi hanno dovuto imparare a distinguere il gioco "libero" dal resto del gioco, eh??????

Insomma secondo me i miei figli devono imparare a memoria le poesie, non devono imparare a memoria la matematica e devono scoprirne il lato più creativo, ma ancor di più non devono fare un tubo, standosene a girarsi i pollici nel loro tempo "libero", che dovrebbe essere di più mentre invece noi li bombardiamo di proposte e stimoli quali ad esempio quelli da me appena citati ad inizio periodo come fondamentali per la loro crescita.

Insomma sono schizofrenica.
Si sono una madre schizofrenica.

Parenting, gli americani ci hanno anche inventato una parola, non basta più essere genitori, bisogna fare i genitori ... la genitorialità è diventata un'attività non è più solo un'essenza.

La novità della mia generazione.
Non sai quante pippe ci facciamo noi genitori moderni: troppa libertà, poca libertà, disciplina, autonomia ... con le voci del nostro genitore interiore ( i nostri genitori) che si sovrappongono a quelle di psicopedagoghi, amiche, internet, stati facebook, cultrici dell' home schooling eccetera.
quante pippe, non avete idea ...
e quanto tempo, anche di quello non avete idea, non avete idea quanto giochiamo, leggiamo, cuciniamo, inventiamo, chiacchieriamo con i nostri bambini e chicchieriamo dei nostri bambini.
E se tutte queste attenzioni in realtà non fossero per niente di aiuto? se li tenessero sempre protetti?
Quanto il tenerli lontani dalle pistole giocattolo e dalle fiabe come pollicino li renderà dei bambini migliori? e degli adulti migliori?
Forse una sola cosa è vera ... sti bambini dovremmo lasciarli un poco più in pace,

Papaverina, salta, grida, urla, arrabbiati con tuo fratello, rubagli i trenini ...

Chiccodigrano usa toni aggressivi, dici "puzzette" a ripetizione, fai finta che quella sia una pistola, fai una pista dei trenini senza inizio e senza fine.

Ho passato l'ultimo dell'anno a ripercorrere con i miei fratelli le cose assurde che facevamo quando da piccoli giocavamo lontani da occhi adulti:
Avevamo un mondo di bambini che concorrevano per il premio del culetto più bello, avevamo una radio, ci menavamo a dismisura, mimavamo tutte le olimpiadi su un divano, coltivavamo girini, tagliavamo la coda alle lucertole, i miei fratelli impiccavano le mie barbie e io rapivo i loro GI-Joe ...
mio padre era con noi la sera dell'ultimo dell'anno e ci ha guardato basiti.
Lui non aveva idea di quello che facevamo allora.
I nostri genitori non entravano nel nostro mondo di bambini.

Per l'anno nuovo mi auguro di riuscire a lasciare più spazio senza adulti ai miei bambini ... e meno pippe, mi auguro di farmi e fargli meno pippe.
Ma soprattutto mi auguro di "fare" un po' meno la genitrice ed essere un po' più Serena.



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